Regionali Abruzzo, Todde spinge D’Amico. Il candidato: «Supereremo il 52%». Conte: «Alleati con il Pd anche per il governo»

Il modello Sardegna per cercare il bis

Regionali Abruzzo, Todde spinge D’Amico. Il candidato: «Supereremo il 52%». Conte: «Alleati con il Pd anche per il governo»
di Mario Ajello
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Venerdì 8 Marzo 2024, 23:58 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 11:38

Non è soltanto una mossa elettorale per sperare di vincere in Abruzzo. Almeno così dicono i 5 stelle, commentando l’apertura - mai esplicita come stavolta, loro la definiscono addirittura «strategica» - di Giuseppe Conte all’alleanza con il Pd in chiave nazionale. Dopo tanti distingui, dopo infinite sfumature (potremmo stare insieme ma anche no), dopo qualche cattiveria (che ha fatto sbottare Schlein: «Basta attacchi, esigo rispetto»), gli arrosticini mangiati insieme in Abruzzo dal presidente stellato e dalla segretaria dem, e prima ancora le nottate in Sardegna intonando inni isolani e bevendo il liquore al mirto ma soprattutto i sondaggi che vedono a livello nazionale per le prossime Europee il centrosinistra che unito pareggia con il centrodestra intorno al 44 per cento e dunque può candidarsi con buone chance alla guida del Paese stanno facendo rapidamente avvicinare i due partiti e i due leader.

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Che poi alle Europee marcheranno momentaneamente le distanze (si vota con il proporzionale) ben sapendo di doverle e volerle accorciare subito dopo. Insomma, la chiusura della campagna elettorale abruzzese sta avendo in prospettiva una risonanza nazionale molto importante. Non ci sono a unire Elly e Giuseppe solo il candidato alla Regione, il prof Luciano D’Amico che ieri ha diviso il palco con Alessandra Todde («Non sono una Madonna pellegrina», ha specificato lei tra gli applausi: «Sìììì, lo seiiii!»), ma una strategia più generale basata su questo dato di realismo: divisi non si tocca palla né ora né mai.

Questa l’apertura di Conte: «Col Pd c’è dialogo a partire dal salario minimo, noi siamo gente testarda che non smette di confrontarsi e di cercare sintonie. Ovviamente non ho mai pensato che il M5s potesse arrivare al 50,01 per cento e governare da solo. È abbastanza improbabile che riusciamo a raggiungere quella cifra. Quindi, bisogna poter lavorare con altri e sicuramente il Pd è un protagonista del campo progressista». E ancora: «Con i dem abbiamo lanciato la legge di iniziativa popolare e su questo non molleremo mai». 


Conte si è espresso così mentre era a Pescina dei Marsi ieri pomeriggio. E in mattinata sia lui sia , Schlein a Roma hanno cercato di convincere Angelo Chiorazzo, quello che doveva essere il candidato del centrosinistra in Basilicata, ma Conte non lo vuole, a ritirarsi. Non ci sono riusciti per ora (la paura è che si presenti da solo, modello Soru), ma il percorso è tracciato: a breve Elly e Giuspeppe troveranno una figura unitaria (vari i nomi possibili, in pole c’è Lorenzo Bochiccio) per battere la destra in terra lucana dove la partita sarà non facile affatto.  «In Abruzzo uniti come nella mia regione!», è intanto il grido di battaglia che la neo-presidente sarda Todde ha lanciato ieri nelle piazze in piazza dell’aquilano. Insieme al candidato D’Amico. E a Celano la Todde ha incontrato, baci e abbracci, Conte. Che l’ha presentata così: «Signore e signori, reduce dai successi in Sardegna ecco a voi Alessandra Todde!». E le ha regalato le mimose per l’8 marzo. 


IL CAMBIAMENTO
Sul palco aquilano D’Amico con la Todde ha sparso speranza: «L’Abruzzo è finalmente pronto al cambiamento». Perché «il centrosinistra è unito» e la coalizione è larghissima, dalla sinistra radicale a Azione e a Italia Viva. La scommessa di D’Amico è riportare al voto tutti quelli che 5 anni fa non andarono e molti erano di sinistra. I calcoli che si fanno tra gli avversari della destra è che più sale la partecipazione al voto e più ci sono possibilità di vittoria. Chissà. Di sicuro si tratta di un match molto equilibrato, un testa a testa tra D’Amico e Marsilio. Verso il quale, anche ieri sera in piazza, l’accusa è stata questa: «Ha governato malissimo, in smart working da Roma». 


D’Amico è convinto che il vincitore - «Ovviamente sarò io» - in Abruzzo non si saprà prima delle quattro di mattina di lunedì. Quanto alle percentuali, azzarda: «Non saprei dire quale sarà la cifra della mia vittoria, ma credo che avrò più del 52 per cento». Affianco a lui (i leader Conte e Schlein sono stati pregati di non esserci) la stellata Todde cita Enrico Berlinguer che è un comune idolo rossogiallo: «Diceva che abruzzesi e sardi si somigliano, sono rudi, seri e laboriosi». 


L’entusiasmo a sinistra c’è. Le piazze di fine campagna elettorale rispondono all’appello e la chiusura del comizio finale D’Amico-Todde all’Aquila è al canto di Bella Ciao. Quanto al dato politico di fondo, c’è che le divisioni tra Schlein e Conte parrebbero essersi attenuate, ammesso che questo reciproco buonismo sia destinato a durare. Il leader M5S al momento la spinta unitaria non la nega: «Io andrò al governo con il Pd e con gli altri partiti dell’opposizione». E aggiunge: «Non mi importa se prendo qualche voto in più del Pd, nel caso non dirò che sarò io il federatore». Il buon proposito pre-elettorale è questo. Toccherà al post-voto confermarlo.
 

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