ROMA Un accordo bipartisan per rilanciare Roma «e non perdere la storica occasione offerta dal Recovery Fund e l’appuntamento con il grande Giubileo del 2025». Con tante insidie dietro l’angolo, legate «allo storico disinteresse per i destini della Capitale» che troppo spesso si respira nel mondo politico italiano, quando ci si allontana dal Grande raccordo anulare. I parlamentari romani rispondono “presente” alla proposta di Claudio Mancini, deputato del Pd e membro della commissione Bilancio della Camera, che in un’intervista al Messaggero di ieri ha lanciato l’idea di un patto trasversale tra gli schieramenti politici, che definiscano priorità e progetti per il futuro della Città eterna. Da stringere prima che parta la corsa verso le amministrative che, nel 2021, rinnoveranno la guida del Campidoglio. In prima fila c’è l’Osservatorio parlamentare per Roma, un club trasversale tra i diversi partiti che riunisce una quarantina tra deputati e senatori eletti da queste parti, coordinati dal radicale Riccardo Magi (attuale presidente) e da Stefano Fassina (Leu), Maurizio Gasparri (Fi), Roberto Morassut (Pd) e Fabio Rampelli (Fdi). Naturalmente le resistenze, dentro e fuori le Camere, non mancano tra i non romani.
OK DAL CENTRODESTRA
Da Fratelli d’Italia l’idea dell’accordo bipartisan viene accolta con favore. «È fondamentale che una parte del Recovery Fund venga usato specificatamente per Roma, affinché serva a ricucire uno strappo tra il Paese e la sua Capitale che si trascina ormai da 20 anni - sottolinea Rampelli, vice presidente della Camera - La priorità deve essere la riqualificazione delle periferie, con la sostituzione edilizia: ossia demolire le strutture ormai degradate per sostituirle con edilizia di qualità».
L’AGENDA
Dalla maggioranza arriva subito la benedizione dei dem: «Per Roma è una grande opportunità, ed è giusto che tutte le forze politiche si uniscano - sostiene Bruno Astorre, senatore e segretario del Pd Lazio - Mobilità, sviluppo sostenibile, ambiente, cultura e turismo devono essere le direttrici principali». Ma Patrizia Prestipino avverte: «L’accordo bipartisan è possibile tra colleghi di Roma, ma con gli altri il dialogo è impossibile perché sono contro Roma - dice la deputata dem - Per utilizzare bene queste risorse è necessario che vinca il centrosinistra, altrimenti ci troveremmo di fronte a problemi di capacità o di etica». Roma «ha bisogno di una fase costituente, dove si parli di poteri e di risorse - ribadisce Fassina - L’intreccio tra Recovery Fund e Giubileo è fondamentale ma ci sono difficoltà politiche, dovute al generale disinteresse per questa città». Sulla questione istituzionale insiste anche Magi: «È indispensabile che ci sia una convergenza delle forze politiche, ma spesso il problema non sono le risorse, ma la governance: senza una riforma di Roma Capitale si rischia di sprecare anche queste risorse». Queste iniziative «sono sacrosante, anche se qui ci sono cose più semplici da fare che non si fanno, come la differenziata o gli interventi sulla cultura - rimarca Michele Anzaldi, parlamentare di Italia Viva - Dal Giubileo del 2000 Roma non va più avanti: con il Recovery si dovrà puntare su interventi urgenti come trasporti e rifiuti».