È da un po’ che risuona il fuoco amico in Rai. A colpi di indiscrezioni, insinuazioni, teoremi spesso tendenziosi e quasi sempre fantasiosi. Al centro dell’ultimo sparo c’è la questione, annosa, del rapporto tra la Rai e Roma. Vendere il palazzo di Viale Mazzini e indebolire Saxa Rubra? Macché, assicura l’amministratore delegato, Roberto Sergio, il quale sta gestendo il servizio pubblico, e il pluralismo che gli è connesso, in mezzo a marosi di ogni tipo che s’infilano perfino all’interno di qualche singolo partito del centrodestra. E comunque il piano immobiliare della Rai sarà approvato in settimana e non prevede alcuna diminutio per la Capitale come centro propulsivo, come fondamento dell’azienda che continuerà ad avere tra Mazzini e Saxa i suoi pilastri e del resto sempre così è storicamente stato. Nonostante i progetti o le velleità che certo settentrionalismo leghista in passato ha coltivato.
L’ad Sergio è molto netto: «Nessuna vendita della sede di Viale Mazzini e del Centro di Produzione di Saxa Rubra intitolato a Biagio Agnes.
Intanto, il rapporto tra l’ad e il dg Giampaolo Rossi regge ed è buono, a dispetto dei guastatori in azione. E per quanto riguarda gli ascolti, al Settimo Piano, plancia di comando di Viale Mazzini, si sta cercando da settimane - e nell’ultimo Cda dell’altro giorno è stato distribuito un documento chiamato «È vero che?» ovvero «Debunking delle principali fake news sulla Rai» - di dimostrare che il crollo della Rai è molto presunto fino ad essere una vera e propria bugia. Anche se aggiustamenti di programmi e modifiche, vedi il caso Pino Insegno il quale ieri sera è stato protagonista al teatro Orione di Roma di una serata di beneficenza con la commedia «Del nostro peggio», non sono affatto esclusi e rientrano fisiologicamente nell’impegno a migliorare l’offerta.
Il successo di Fiorello, ormai alter ego di Roberto Sergio e i due di fatto sono quasi una coppia da show oltre che amici, va perfino oltre le aspettative. Il suo VivaRai2 ha superato quasi del 6 per cento i risultati dello scorso anno. Caso unico nel panorama tivvù, lo spettacolo di Fiore nelle prime due settimane ha avuto la media del 20,03 per cento di share contro il 14,39 delle prime due settimane di messa in onda nel 2022. Ma anche i numeri complessivi rassicurano l’attuale governance di Viale Mazzini (che comunque, come proprio l’ad ha spiegato nell’audizione in Parlamento, non sarà affatto aiutata dal taglio del canone).
Ecco la comparazione delle reti generaliste Rai più l’all news, relativa allo scorso venerdì 17 novembre, nei confronti di Mediaset a pari perimetro.
I DATI
Nell’intera giornata, Rai generaliste + RaiNews24: 2 milioni 836 mila spettatori (32,6 per cento di share) e Mediaset generaliste + TgCom24 2 milioni 322 mila spettatori (26,7 per cento). Prima serata: Rai generaliste + RaiNews 24, 8 milioni 479 mila spettatori (39,9 per cento); Mediaset generaliste + TgCom24, 5 milioni 51 mila spettatori (23,8 per cento). E così via. La partita di qualificazione per gli Europei di calcio, vinta dalla Nazionale per 5-2 sulla Macedonia del Nord, andata in onda sabato sera su Rai1, ha sbaragliato. Con 7 milioni 4 mila spettatori, pari al 33 per cento di share. Il problema, per la Rai, è che vive di politica e le turbolenze della politica non le risparmiano nulla.