Manovra, Ragioneria Stato boccia la salvaguardia per gli esodati: «Mancano coperture»

Manovra, Ragioneria Stato boccia la salvaguardia per gli esodati: «Mancano coperture»
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Martedì 22 Dicembre 2020, 20:57 - Ultimo aggiornamento: 21:45

Scure sulla manovra a un passo dall'approvazione in Aula a Montecitorio. La Ragioneria generale dello Stato boccia 14 norme per mancanza di coperture: a farne le spese, la nona salvaguardia per i cosiddetti esodati. E i guardiani dei conti pubblici chiedono anche di riscrivere altre 60 modifiche apportate durante la maratona di 48 ore in commissione Bilancio alla Camera. Un terzo quasi di tutti gli emendamenti approvati. A dieci giorni dall'esercizio provvisorio, la legge di Bilancio è costretta così a tornare in commissione: il governo, che era pronto a mettere la fiducia sul testo da 1.150 commi, deve attendere.

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Slitta dunque anche il voto finale che rischia di arrivare proprio a ridosso di Natale.

Il testo passerà poi al Senato per un esame blindato in tempi strettissimi. Che vi fossero dubbi sull'idoneità delle risorse trovate in fretta e furia lo scorso fine settimana nel corso di sedute stop and go, i deputati lo avevano messo nel conto. Ma nessuno si aspettava che la nota, attesa per tutto il giorno, fosse così consistente. Si puntava a un breve ritorno in commissione per un secondo esame lampo e a riportare la manovra in Assemblea per metà pomeriggio. Ma con il passare delle ore è cresciuta l'allerta.

La convinzione è che in una nuova nottata si porrà rimedio, laddove si può: tra le norme che hanno bisogno di essere riviste c'è anche quella che taglia l'Iva sui vaccini e sui tamponi. In questo caso, la Ragioneria chiede di trovare i fondi necessari perché la misura è stata approvata senza le risorse corrispondenti. La bocciatura più sonora tocca però alla nona salvaguardia per gli esodati: «comporta maggiore spesa pensionistica», si legge nel documento consegnato ai deputati, facendo sì che gli «esodati non siano salvaguardati ma privilegiati». E tutto ciò, si legge ancora, si «traduce in una disapplicazione della riforma pensionistica», in contrasto con la normativa Ue. Ora toccherà alla commissione Bilancio correre ai ripari: «Sono osservazioni - spiega il presidente e esponente del Pd Fabio Melilli - in larga parte superabili, correzioni e valutazioni che non hanno una grande sostanza», anche se - riconosce - «è abbastanza corposa».

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Si tornerà davanti all'Assemblea in tarda serata e prima ci sarà una conferenza dei capigruppo. All'ordine del giorno la possibilità di derogare alle 24 ore che per regolamento separano la richiesta di fiducia da parte del governo dall'avvio della discussione e dalle votazioni, cui tra l'altro alla Camera segue una nuova discussione e un voto finale sul ddl. Fratelli d'Italia ha fatto sapere di non essere disposto a dare il proprio assenso a tagliare i tempi: «Non abbiamo nessuna intenzione di concedere deroghe sulla fiducia - ha dichiarato il capogruppo di FdI alla Camera Francesco Lollobrigida - se il governo non espungerà dal testo della Manovra la norma sui money transfer». Si tratta dell'imposta sui trasferimenti di denaro all'estero effettuati per mezzo degli istituti di pagamento, i cosiddetti money transfer appunto, che l'attuale governo ha cancellato. E che non sembra intenzionato a reintrodurre.

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