Gallo Jr si ritira dalle regionali, il padre è coinvolto nell'inhiesta Echidna. Cosa sta succedendo a Torino

L'inchiesta che coinvolge il "ras" dei dem piemontesi imbarazza il Nazareno. E c'è chi evoca il commissariamento

Raffaele Gallo
di Andrea Bulleri
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Domenica 7 Aprile 2024, 18:12 - Ultimo aggiornamento: 19:12

«A tutela dei miei figli e di mia moglie e con senso di responsabilità e rispetto verso il Partito democratico, ritiro la mia candidatura per le elezioni di giugno. Prima di essere un uomo pubblico con responsabilità politica sono un padre e un marito». E' con queste parole che Raffaele Gallo, capogruppo Pd in consiglio regionale del Piemonte, ha annunciato il ritiro della sua candidatura dalle prossime elezioni nella Regione. Gallo è il figlio di Salvatore Gallo, già politico di lungo corso del Psi finito nell'indagine "Echidna" della Dda di Torino per estorsione, peculato e violazione della normativa elettorale. In pratica, secondo i pm, per ottenere voti a favore dei "suoi" candidati avrebbe promesso e concesso «utilità». E avrebbe provato, almeno secondo le accuse, ad influenzare alcune nomine pubbliche, anche nella giunta comunale di Stefano Lo Russo (che si sarebbe rifiutato). 

Le intercettazioni

A 85 anni, "Sasà" Gallo è considerato il "ras" del partito torinese. Ed ecco perché il caso, inevitabilmente, il caso ha finito per creare imbarazzi dentro il Pd, già alle prese con l'inchiesta su Bari. E ha fatto alzare la voce a chi, al Nazareno, chiede un repulisti dei dirigenti a livello locale. Il nome di Raffaele Gallo, che invece non è indagato, comparirebbe però nelle pagine di alcune intercettazioni, perché avrebbe esultato al telefono con il padre per la nomina di una donna al consiglio di amministrazione della fondazione Film Commission di Torino. Si tratterebbe, secondo alcune ricostruzioni, della nuora di un industriale cittadino, che farebbe parte parte di una "ragnatela" di favori e consensi costruita dai Gallo. 

Lo spettro del commissariamento

In pratica, dalle carte emergerebbe un potere di orientare nomine e decisioni nella politica locale.

Ed ecco perché c'è chi, a Torino, chiede di azzerare tutto. Evocando lo spettro del commissariamento. Il segretario regionale dem Domenico Rossi, ad esempio, ha chiesto alla commissione di garanzia interna di valutare il comportamento di Salvatore Gallo, evocando l'ipotesi di «riaprire alcuni ragionamenti sulla lista di Torino». Prima che Gallo jr annunciasse il ritiro della candidatura e l'addio ai galloni di capogruppo in Regione. «Mi dimetto da Presidente del Gruppo consiliare a Palazzo Lascaris lasciando il mandato nelle mani del segretario Mimmo Rossi e del gruppo stesso - le parole di Salvatore Gallo - per identificare il nuovo capogruppo in queste ultime settimane dì legislatura, connesse con gli adempimenti formali per le liste da presentare». 

Ora si aspettano di capire le eventuali mosse da Roma. Una è già annunciata: la battaglia contro i "cacicchi" e "capibastone" già ingaggiata a suo tempo da Elly Schlein, dovrà riprendere slancio. Soprattutto in vista delle prossime tornate di regionali, amministrative ed europee. 

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