Appello al completo, meno uno. Emmanuel Macron salta la riunione del G7, la prima sotto la presidenza italiana. Il leader francese non parteciperà alla videoconferenza presieduta dalla premier Giorgia Meloni da Kiev questo pomeriggio: sarà sostituito dal ministro degli Esteri, Stéphane Séjourné. L’annuncio arriva dall’Eliseo, che precisa che oggi Macron è impegnato “per tutto il giorno” al Salone dell'Agricoltura nel tentativo di placare la crisi dei trattori.
La ragione
In Francia gli agricoltori stanno protestando per i costi e per le normative che regolano il settore e hanno chiesto le dimissioni del presidente.
Lo sgarbo
Difficile pensare che sia una mancanza casuale, o perlomeno alla quale non fare caso. Quella di Macron è un’assenza importante il cui valore simbolico aumenta, visto che sulla carta questo esordio di G7 a guida italiana dovrebbe mandare un segnale di unità e smentire la sensazione di stanchezza che serpeggia tra gli alleati nel sostegno all’Ucraina. La strategia targata Meloni. Una fotografia che alcuni adesso potrebbero vedere un pò più sbiadita. Senza dimenticare che l’invito a Parigi per tutti i leader europei rischia di oscurare il ruolo che Giorgia Meloni intende giocare per l’Italia, per lei un’occasione da non poter sprecare in nessun modo, in primis proprio per l’immagine che si è prefissata di veicolare al mondo del nostro paese. All’Eliseo la premier con tutta probabilità non andrà. La soluzione più plausibile ( che funga da salvagente) è che in Francia vada Antonio Tajani, ministro degli Esteri. Si tratterebbe, ufficialmente, di un modo per fare una ‘pausa' dopo il viaggio a Kiev.
Non un G7 iniziato nel migliore dei modi per l’Italia di Meloni, che di certo avrebbe preferito non dover affrontare anche solo la più piccola crisi diplomatica, ma restare sulla linea dell’unione d’intenti soprattutto con gli alleati europei più importanti. Ora la risposta non può che essere quella di minimizzare gli effetti ci ciò che è accaduto per affrontare ben più pesanti dossier, anche se, con le vesti più diplomatiche possibile, sempre di uno sgarbo si è trattato.