Giustizia, il viceministro Sisto: «Giusta la separazione delle carriere. Le pagelle? Un aiuto per le toghe»

Giustizia, il viceministro Sisto: «Giusta la separazione delle carriere. Le pagelle? Un aiuto per le toghe»
di Andrea Bulleri
5 Minuti di Lettura
Sabato 2 Dicembre 2023, 07:14 - Ultimo aggiornamento: 07:16

Francesco Paolo Sisto, volto e voce di Forza Italia sulla Giustizia e viceministro al dicastero di via Arenula, soddisfatto dell'intervento di Crosetto?
«Prendo atto che il ministro Crosetto ha dissolto ogni dietrologia e ipotesi di complotto che è seguita alle sue parole. Ha chiarito che parlando di "opposizione giudiziaria" si riferiva a una valutazione storica, ed esprimeva più un timore che una certezza, relativa peraltro a fatti noti e documentati».

Ha detto anche che dal 92 parte della magistratura ha bloccato ogni tentativo di riforma della Giustizia. Condivide?
«Non si può negare che la giustizia penale ha avuto spesso influenze, se non ingerenze, nelle vicende politiche: in Forza Italia lo sappiamo bene.

Ma si tratta di vicende, oggi, da mettere da parte: nessuno pensa di varare riforme contro i magistrati. Nemmeno però si può pensare che, quando si tocca il tema magistratura, si legga subito come una mossa contro le toghe. Se su questo siamo d'accordo, politica e giustizia possono collaborare rispettando ciascuno il proprio ruolo, come costituzionalmente tracciato».

Quindi nessuno scontro con le toghe?
«In un recente passato si era fatta largo l'idea che il processo dovesse essere pm-centrico: c'è chi ha addirittura affermato che un assolto è solo un colpevole che l'ha fatta franca. Di questa barbarie, a mio avviso, per fortuna ci siamo liberati. Anche se per assicurare ai cittadini un processo che sia davvero giusto, sempre per Costituzione, non c'è che un obiettivo: la separazione delle carriere».

A questo proposito: quando arriverà in Parlamento la riforma?
«Separare le carriere di giudici e pm per FI è la vera riforma: solo così si assicura, culturalmente e plasticamente, l'equidistanza strutturale del giudice da accusa e difesa e si permette ai cittadini di ritrovare fiducia nella giustizia. La proposta già in corso di esame in commissione Affari costituzionali e anche il ministro Nordio ha annunciato che porterà un suo teso in primavera in Cdm. I due fronti potranno rafforzarsi a vicenda».

Separazione delle carriere e premierato andranno di pari passo?
«Tra le due riforme c'è quello che definirei un parallelismo disgiunto. Per noi di FI devono viaggiare insieme, siamo stati eletti con la separazione nel programma, non possiamo venire meno al patto con gli elettori e di questo ci faremo custodi e garanti. Certo, il referendum confermativo, ribadisco, non potrà essere unitario. Di pari passo in Parlamento e poi, a una congrua distanza di tempo, i cittadini si esprimeranno».

Quale delle due modifiche della Carta deve andare prima alle urne?
«Si vedrà strada facendo. Noi di FI siamo perché il primo referendum sia quello sulla separazione delle carriere: in tutti i casi ciò che conta è il risultato».

Pagelle ai magistrati: perché mettere le toghe ai voti?
«Non userei il termine pagelle: parliamo di criteri di valutazione a cui peraltro è sottoposto qualunque dipendente della Pa. Criteri che, pur in mancanza di regole vigenti, non penalizzano in alcun modo le toghe, anzi le aiutano: chi si accorge che non sta facendo bene, avrà tutto il tempo e tutti gli strumenti per correggere la rotta e recuperare terreno».

E i test attitudinali, è a favore?

«Non deve essere un tabù: test simili esistono in molti Paesi e sono già previsti per gli altri dipendenti pubblici. Si tratta però di un tema delicato che merita approfondimento e confronto».

In 30 anni la conta degli errori giudiziari ha superato quota 30mila. Come invertire la rotta?
«Innanzitutto riducendo la durata dei processi. L'accelerazione, in verità, è già in corso: nell'ultimo anno, i procedimenti penali hanno subìto un'accelerazione del 29%, anche grazie ai giovani dell'ufficio per il processo e ai primi effetti delle innovazioni telematiche; e il processo civile su cui FI pone grande attenzione (vale 2-3 punti di Pil), si avvia sulla stessa linea positiva. Un processo di più ragionevole durata significa maggiore certezza dei rapporti, personali e patrimoniali. Anche l'aumento degli organici della magistratura va in questa direzione: in Italia c'è un magistrato ogni 11.500 cittadini, in Germania uno ogni 5.500. Ci saranno sempre nuovi concorsi: uno da 600 posti sta per essere chiuso, intanto ne parte uno da 400».

Intercettazioni, come pensate di intervenire?
«Le proposta di FI sono numerose: una è quella di evitare la trascrizione delle conversazioni tra indagato e difensore, a meno che non contengano prove di reato. Altro punto: la necessità di un obbligo rafforzato di motivazione nel provvedimento di proroga delle intercettazioni. Altre le porteremo in aula».

La riforma Nordio si è arenata, come sostiene Italia viva?
«Assolutamente no. La riforma è in corso di esame in commissione al Senato ed è pronta ad approdare in Aula, con emendamenti già depositati. Inevitabilmente la sessione di bilancio è un elemento di stop, ma fra poco arriva il "go": contiamo di portarla in aula a brevissimo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA