Elezioni Bari, per Pd e 5 Stelle c'è il magistrato Colaianni. Per il centrodestra fatta per Fabio Romito

Il centrosinistra offre la candidatura a un nome simbolo dell’anticorruzione. Il giovane avvocato leghista in corsa con l’appoggio dei big Melchiorre e Sisto

Elezioni Bari, per Pd e 5 Stelle c'è il magistrato Colaianni. Per il centrodestra fatta per Fabio Romito
di Mario Ajello
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Domenica 14 Aprile 2024, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 16:01

Nella bufera pugliese, un primo punto fermo c’è ma non riguarda il centrosinistra. La coalizione di Meloni, Salvini e Tajani si porta avanti con il lavoro e, mentre gli avversati sono ancora sballottati nel vento politico del levante, ufficializza il nome del candidato sindaco di Bari dove si vota il 9 giugno. Si tratta di Fabio Romito, 36 anni, avvocato e consigliere regionale del Carroccio. FdI, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e Udc lo mettono in pista. Contro chi? Ancora non si sa. «Romito è una figura giovane - si legge nel comunicato del centrodestra - ma ha già una lunga esperienza amministrativa. Con lui abbiamo la possibilità di voltare pagina con un sindaco capace che potrà contare sull’appoggio del governo e di Giorgia Meloni per far crescere la città». Nella giunta Romito, se ci sarà, entreranno pezzi grossi dell’attuale coalizione di governo: il senatore meloniano Filippo Melchiorre e il sottosegretario forzista alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto.

Fabio Romito, chi è il candidato sindaco del centrodestra a Bari: dal passato in Forza Italia al presente nella Lega

I nuovi nomi

Sul fronte opposto, quello della sinistra, per ora c’è ancora lo stallo (M5S insiste su Michele Laforgia e il Pd è fermo su Vito Leccese) ma la ricerca del nome unitario rosso-giallo è in queste ore particolarmente serrata. Secondo questo schema: mettiamo un magistrato come sindaco di Bari, così ci blindiamo, lanciamo un messaggio di legalità e nessuno potrà dire che siamo deboli nei confronti delle infiltrazioni mafiose. Quelle stesse che rischiano di provocare il commissariamento, da parte del governo, del municipio della capitale pugliese. È molto attivo, nel tentativo di evitare il tracollo della sinistra e di trovare il nome giusto per non cedere alla destra il comune di Bari, l’ex presidente regionale Vendola. C’è chi punta proprio su di lui come successore di Decaro che metta d’accordo le fazioni in lotta - ed è un tutti contro tutti per ora tra Michele Emiliano, il Pd locale e nazionale, l’alleanza rosso-verde, i 5 stelle - ma Nichi non ha intenzione di rimettersi in campo e ha contattato, ricevendo la sua disponibilità a candidarsi, il magistrato Nicola Colaianni.

Non è affatto una figura nuova. 78 anni, docente di diritto costituzionale, ex parlamentare del Pds.

Come figura sarebbe perfetta per piacere a Conte, il quale sbandiera il vessillo della legalità. Colaianni è anche l’autore del codice etico dell’università contro le varie parentopoli. Da parte del Pd c’è la volontà di provare questa carta e di far ritirare dalla corsa sia Leccese sia Laforgia. Mentre i 5 stelle nel 2013, con l’appoggio del Pd, lo proposero come membro laico del Csm. Elly Schlein ha una forte esigenza di dare un segnale di rinnovamento in Puglia, anche se Colaianni non è proprio un nome nuovo nel paesaggio politico della città di Bari. È impegnatissimo da sempre sul fronte della lotta alla corruzione e della difesa della Costituzione. Simbolo di moralità, serve alla sinistra per scrollarsi di dosso le accuse di mafiosità che potrebbero portare allo scioglimento del comune di Bari.

Toghe in arrivo

In quota magistrati, circola anche il nome di Gianrico Carofiglio, che ormai è uno affermatissimo scrittore e non più un giudice ma chi lo conosce dice: «Il Pd lo adora e lui è il classico dem, ma ormai si è costruito una carriera letteraria e da opinionista da talk show (sta più a Roma, negli studi televisivi, che a Bari), a cui non rinuncerebbe mai». Chissà. Sta di fatto che il marchio della legalità è quello su cui puntano a sinistra. Si racconta che sia stata sondata, riservatamente, l’ex prefetto di Bari, Antonella Bellomo. Ma ci sarebbe anche un tandem, marito e moglie, su cui il centrosinistra (terrorizzato a perdere dopo tanti anni la guida della città) ha messo gli occhi e ripone le speranze: si tratta della coppia formata da Pietro Curzio e Annamaria Tosto, due tra i più illustri magistrati formatisi nell’università Aldo Moro di Bari.

Intanto, il presidente pugliese Emiliano è in pieno braccio di ferro con Elly Schlein per la nuova giunta regionale. La leader vuole un azzeramento e una ripartenza, lui - anche se dice: «Obbedisco» alle richieste di Elly - cerca di limitarsi a un piccolo rimpasto di due assessori dopo il ciclone giudiziario di questi giorni. Fare tabula rasa della giunta non lo trova giusto Emiliano, perché - così sostiene - quasi tutti stanno lavorando bene e sono puliti. Da ex pm, Emiliano vuole ritornare a fare lo sceriffo di fronte alla mazzata giudiziaria - inquisita l’assessora Maurodinoia, arrestato l’ex assessore Pisicchio, per non dire dei consiglieri regionali Caracciolo e Mazzarano che hanno dovuto lasciare inseguiti dalle inchieste e dalle condanne. Al posto di Maurodinoia, Emiliano potrebbe mettere Lucia Parchitelli, area Schlein, prima donna a essere stata eletta presidente di commissione, o Debora Ciliento. Entrambi impegnati nelle battaglie contro le mafie. Oppure si pensa al clamoroso rientro in giunta dell’infettivologo Pierluigi Lopalaco, che però litigò con Emiliano.

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