Un discorso identitario oltre che programmatico. Quello di Giorgia Meloni alla Camera è un intervento non meno duro di quelli a cui aveva abituato l’Aula nei suoi interventi all’opposizione, ma stavolta pieno dei “buoni propositi” e delle ricette che hanno portato il centrodestra a formare un governo “fortemente politico” dopo tanti anni.
IL DISCORSO
Un intervento in cui la premier non sembra lasciare nulla al caso, specie sul fronte economico, chiarendo che a stretto giro (in legge di bilancio quindi) a prevalere dovrà essere l’oculatezza della spesa, con interventi limitati al contenimento del caro bollette e alla capacità di spesa in ottica anti-inflazionistica. Tradotto: non c’è assolutamente margine per nuovo debito e per scostamento di bilancio. Per il resto, dalle importanti riforme (presidenzialismo, autonomia, Roma Capitale, giustizia) fino agli interventi fiscali (tassa piatta, tregua e riforma della lotta all’evasione), si sfrutterà l’intera durata della legislatura.
IL FRONTE INTERNAZIONALE
IL TRIBUTO ALLE DONNE
Tra i passaggi determinanti e iconografici di un discorso durato oltre un’ora, ci sono senza dubbio il tributo alle donne delle istituzioni che “hanno contribuito a costruire le assi della scala” usata da Meloni “per rompere il tetto di cristallo”. A scorrere le parole usate, suonano come determinanti anche il passaggio sul fascismo (ha definito le leggi razziali “come il punto più basso della storia italiana”) e sull’immigrazione, per cui annuncia la volontà di ricorrere ai cosiddetti blocchi navali e a consentire l’accesso solo attraverso i decreto flussi.
Parole di chi pare consapevole di essere attesa da una sfida enorme ma che, ed è la sola vera promessa che Meloni pronuncia, è determinata a fare. «A volte riusciremo, a volte falliremo, ma state certi che non ci arrenderemo, non indietreggeremo, e non tradiremo le speranze che in noi sono state riposte».
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