Virginia Raffaele: «Torno in Rai. Destra o sinistra? Per me è lo stesso. Chiara Ferragni? Non la imiterei mai»

Colpo di luna": tre puntate ogni settimana in cui la comica romana, 43 anni, farà da padrona di casa affiancata da Carlo Conti, Gigi D'Alessio, Francesco Arca

Virginia Raffaele: «Torno in Rai. Destra o sinistra? Per me è lo stesso. Chiara Ferragni? Non la imiterei mai»
di Ilaria Ravarino
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 00:23

Ci saranno Patty Pravo e Bianca Berlinguer, la signorina buonanotte Donata Stirpe e due nuove parodie, quelle di «donne di spettacolo famose» su cui, per il momento, mantiene il riserbo. Partirà domani su Rai1, alle 21:30, il varietà condotto da Virginia Raffaele "Colpo di luna": tre puntate ogni settimana in cui la comica romana, 43 anni, farà da padrona di casa affiancata da Carlo Conti, Gigi D'Alessio, Francesco Arca e Maurizio Ferrini, una band di 15 elementi e la direzione artistica di Laccio per i numeri di ballo. Un traguardo importante per Raffaele, promossa sulla rete ammiraglia a sette anni dalla conduzione su Rai2 del varietà Facciamo che io ero (secondo miglior risultato d'ascolto per la rete nel 2017) e pronta per tornare in tournée, dal 18 gennaio, con il suo Samusà.


Spiegato facile: in tv cosa vedremo?
«Un varietà classico: balletto, orchestra, pubblico, ospiti, musica, canzoni, chiacchierate, sorprese, incursioni. Intrattenimento per alleggerire».


L'ennesimo "grande varietà di una volta"?
«No, il grande varietà di una volta non c'è più: come al cinema manca Vittorio De Sica, alla tv manca Antonello Falqui (lo storico regista tv di Canzonissima, ndr). Ho rispettato la tradizione nel concetto.

E l'ho personalizzata con l'idea del luna park. La scenografia è bellissima».


L'Auditel la spaventa?
«Mi sento un'arboriana: punto all'indice di qualità, al gradimento. Lo so che in Rai conta, ma quando lavoro a uno show penso ad altro. La scaletta la fanno gli autori. Non è il mio lavoro».


Rischia: chi glielo fa fare?
«È un modo per crescere, un atto di coraggio e incoscienza. È tutto in scala: è un grande rischio ma anche una grande possibilità. Potevo rimanere lì, a fare le mie cose. E invece no».


Farà anche i suoi personaggi?
«Sì, le maschere sono le mie giostre».


Ha detto che potrebbe far arrabbiare qualcuno. Chi?
«Non lo dico. Rovinerei la sorpresa».


La parodia di Ferragni la farebbe?
«No. Ma non per polemica. Semplicemente, pensando a lei non mi è mai "partito" un mondo».


Lei, Cortellesi, Hunziker: perché sono rare le donne che fanno varietà?
«Non ne ho idea. Mi sento particolarmente vicina a Paola. Ci conosciamo, siamo amiche. È una grandissima lavoratrice. Insieme allo studio e alla passione, è ciò che fa la differenza».


Belén dice che l'Italia è un paese maschilista. Ha ragione?
«Il maschilismo è una grande piaga. È vero. Ma sarei un'ingrata se dicessi di averlo subito sul lavoro. Nessun uomo mi ha mai ostacolata. Non punterei alla diversità di genere, direi piuttosto che c'è gente capace e non capace, egoriferiti e belle persone. C'è chi ama lo spettacolo e chi ama il mondo dello spettacolo».


Nello show imiterà Belén?
«No, stavolta le faccio fare un giro di riposo. Non puoi fare tutta la vita le stesse cose».


Corrado Guzzanti dice che gli viene tristezza, oggi, a fare parodie. A lei succede?
«Lo capisco profondamente. È un artista con un'altissima sensibilità e non è strano che uno come lui possa entrare "in empatia" con le brutture del mondo. Ma io non è che sto tutti i giorni a fare parodie. Facciamo che io ero l'ho fatto sette anni fa. E non è facile trovare lo spunto. Ci vuole tempo».


Sanremo, due volte da conduttrice. Ci tornerebbe?
«Se avessi cose da portare... ma in questo momento ho altro da fare. Una sosta ci sta. Ma ne ho sempre un bel ricordo».


Salvini la criticò perché nel 2019 evocò Satana sul palco.
«Chi può vantare un curriculum come il mio?».


La politica: difficile sopravvivere in Rai?
«Non lo so, non faccio un programma ogni anno. Due o tre anni fa mi chiesero di fare il mio show, ed è finita che ci arrivo adesso. Li ho anche rincorsi, i direttori, chiedendo del mio spettacolo. Ma saltava ogni volta. Non è che lo faccio se c'è la destra o se c'è la sinistra: io lo faccio, chi c'e c'e. Diventerei matta a fare ragionamenti politici. Del resto non ho mai fatto satira espressamente politica: solo ogni tanto, quando incrocia il costume».


E la parodia di Maria Elena Boschi?
«Un caso. Mi divertiva l'idea di una Boschi che prende in giro i maschi».


Meloni la farebbe?
«No».


La paragonano a Cortellesi: un film da regista quando?
«Intanto imparo a fare il cinema. Poi si vedrà. Le cose vengono. Mai stata brava a programmare».

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