Susanna Petruni, la giornalista Rai e l'adozione della sua bimba rom: «E prima un ente per l'Etiopia ci aveva truffato, è stato terribile»

La figlia Stella adottata a 9 anni. Il racconto in un libro: "Hanno cercato di contattarla, non ci sentiamo sicuri"

Susanna Petruni, la giornalista Rai e l'adozione della sua bimba rom: «E prima un ente per l'Etiopia ci aveva truffato, è stato terribile»
di Cristiana Mangani
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Martedì 21 Dicembre 2021, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 07:47

Una magliettina rosa di Frozen, i sandaletti e un paio di pantaloncini corti: aveva 9 anni, Stella, quando ha incontrato i suoi futuri genitori. Era una bimba bellissima, ma spaurita. L'avevano trovata cinque anni prima in un campo rom, sporca, abbandonata, con ricordi già pieni di dolore. Aveva subito sorriso a quella nuova mamma che era bionda, proprio come lei.
Stella ora ha quasi sedici anni, la sua famiglia sono Massimo, Susanna e un cagnetto scatenato. E solo adesso, dopo sei anni di vita in comune, la mamma, Susanna Petruni, vicedirettrice di Rai Parlamento, riesce a parlarne liberamente, tanto da aver deciso di scriverci un libro che si intitola proprio Volevo una mamma bionda, storia di un'adozione miracolosa.

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Susanna, che vuol dire adottare un figlio?
«Voglio fare una premessa: per adottare non ci vuole fegato, ma cuore.

Stella aveva nove anni quando è venuta da noi, io 53. Non è stato facile, pensava che nessuno l'avrebbe voluta, proprio perché più grande degli altri bambini. Per anni ho rifiutato l'idea, poi la morte di uno zio a me molto caro, mi ha fatto riflettere. Figlia unica, mi sono sempre sentita sola. Mi sono detta: perché non cercare un bambino solo, come me».


Che percorso avete dovuto seguire?
«È stato un periodo terribile. Prima di riuscire a incontrare Stella, ci eravamo rivolti a una onlus che si occupava di adozioni internazionali. Ce l'aveva segnalata un magistrato. Ci hanno parlato di un bambino etiope, ma passava il tempo e la situazione non si sbloccava. Hanno inventato che l'Etiopia aveva bloccato le adozioni e, intanto, ci avevano già spillato 17 mila euro. Eravamo veramente demoralizzati. L'errore è stato di non aver fatto la giornalista, in quella circostanza, di non avere indagato a fondo perché ero troppo presa dalla gioia di diventare mamma».


Poi, però, avete incontrato Papa Bergoglio, che significato ha avuto?
«Ricordo ancora quando ho detto a Massimo, mio marito, che volevo andare in udienza dal Papa perché sentivo che dovevo chiedere la sua benedizione. Mi ha guardato un po' scettico, ma è venuto con me. Il Papa, davanti alle mie parole, ha risposto: Pregherò per voi. E questo mi ha dato fiducia. Dopo pochissimi giorni mi ha chiamato un'amica magistrato e mi ha detto: C'è una bambina che vorrei che incontraste, ha nove anni, non è un'adozione facile. Il padre era un violento, un ubriacone, la picchiava. Ma sono certa che vi commuoverete vedendola».


E così è stato.
«Quando siamo entrati in quella stanza, c'erano tanti bambini che avevano meno di sei anni. Stella stava in un angolo, pensava che anche questa volta sarebbe andata male. Mi è piaciuta subito».


Poi che è successo?
«Abbiamo avuto diversi incontri con lo psicologo, esami clinici, per ottenere l'ok dal Tribunale. C'è stato un anno di affido. Fino al giorno in cui è arrivata a casa. L'abbiamo accolta con una festa, la prima che Stella aveva avuto nella sua vita, con una lettera di benvenuto che è stato uno dei momenti più belli della mia vita. Non è stato facile educarla a stare in una famiglia. Ha vissuto in un campo rom fino a quattro anni, è stata in una casa famiglia e quindi non sapeva cosa significasse avere una madre e un padre o cosa fosse un pranzo domenicale».


Oggi quella ragazzina riservata e chiusa, ha quasi 16 anni ed è una adolescente piena di vita e di allegria.
«Fin troppo - ride Susanna - Siamo in trincea, il periodo dell'adolescenza per ogni genitore è il periodo più duro. Quello che spero è che Stella sappia fare le scelte giuste per la sua vita».


Parla mai del suo futuro?
«Dice sempre che vuole avere una famiglia, ma soprattutto un figlio suo, e poi che ne vuole adottare altri due. Ha conosciuto tanti magistrati e, come professione, vorrebbe fare proprio quello: il giudice minorile. Vediamo dove la porterà la vita».


Il padre biologico che fine ha fatto?
«Sappiamo che l'ha cercata. C'è stata anche una strana manovra di avvicinamento da una persona che ha provato a convincere Stella a seguirla. Negli ultimi tempi non abbiamo più avuto notizie, ma non siamo tranquilli. Potrebbero sempre cercare di avvicinarla e magari di rapirla».

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