È morto questa mattina a Napoli Paolo Isotta, critico musicale, musicologo e scrittore italiano. Aveva 70 anni.
Isotta era professore emerito al Conservatorio di musica "San Pietro a Majella" di Napoli - come si legge nel suo sito - e dal 1974 ha esercitato la critica musicale: per cinque anni al «Giornale» e trentacinque al «Corriere della Sera». A ottobre del 2015 ha abbandonato quest’attività per dedicarsi allo studio, alla lettura e a comporre libri che gli diano l’illusione di scrivere qualcosa di meno effimero di articoli giornalistici.
Le sue opere principali sono: I diamanti della corona. Grammatica del Rossini napoletano (1974),Dixit Dominus Domino meo: struttura e semantica in Händel e Vivaldi (1980), Il ventriloquo di Dio. Thomas Mann: la musica nell’opera letteraria (1983), Victor De Sabata: un compositore (1992), La virtù dell’elefante: la musica, i libri, gli amici e San Gennaro (Marsilio 2014), Altri canti di Marte (Marsilio 2015), Les Vêpres siciliennes: Verdi e il trionfo dell’amor paterno (Zagabria 2015), Otello: Shakespeare, Napoli, Rossini (Napoli 2016), Paisiello e il mito di Fedra (Napoli 2016), Jérusalem: Verdi et la persécution de l’honneur (Liegi 2017), Il canto degli animali.
A settembre 2017 gli è stato attribuito il Premio Isaiah Berlin alla carriera. Fuori della musica le sue passioni sono la letteratura latina, con Lucrezio, Virgilio, Livio e Tacito al vertice, la storia romana, Petrarca, Gibbon, Manzoni, Leopardi, D’Annunzio, Flaubert, Pirandello, il teatro classico in lingua napoletana e i film di Totò. È iscritto al Partito radicale e all’associazione Luca Coscioni.