Michael Burry scommette 1,6 miliardi sul crollo di Wall Street: l'investitore leggendario predisse il crollo del 2008 (e ispirò il film "The Big short")

Lo statunitense Burry, manager di fondi speculativi, ha puntato più di 1,6 miliardi di dollari sul crollo di Wall Street. Le sue segnalazioni hanno provocato conseguenze sul mercato finanziario statunitense che ha vissuto una sessione borsistica estremamente negativa

La grande scommessa, il film con Christian Bale ispirato all'investitore Michael Burry
di Simona Antonucci
4 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Agosto 2023, 16:30 - Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 18:44

I tempi sono maturi: Michael Burry piazza un’altra scommessa. L’investitore leggendario, diventato famoso nel 2008 per aver previsto il crollo del mercato immobiliare statunitense, ha puntato più di 1,6 miliardi di dollari sul crollo di Wall Street: sta infatti preparando un all-in simile a quello che lo aveva reso celebre quindici anni fa, quando aveva previsto il mostruoso terremoto che scosse il mondo.

Il film "La grande scommessa"

Oggi lo statunitense, manager di fondi speculativi, è pronto a puntare tutto su un nuovo crash. Le sue segnalazioni hanno provocato conseguenze sul mercato finanziario statunitense che ha vissuto una sessione borsistica estremamente negativa, e si è diffuso uno stato di terrore tra gli operatori del mercato. La storia di Burry aveva ispirato il bestseller “The Big Short: Inside the Doomsday Machine” da cui è stato tratto il film interpretato da Christian Bale: “The Big Short” (La grande scommessa).

Il fiuto di Burry 

Ma una sola scommessa vincente è sufficiente per garantire il fiuto di Burry? Quest’anno, sottolinea la Cnn in un’analisi, l’hedge fund manager aveva mostrato qualche insicurezza. A gennaio, su Twitter, aveva scatenato il panico con una sola parola: «Sell» (“vendete”). Mentre a marzo aveva fatto marcia indietro: «Ho sbagliato a dire di vendere». Eppure, negli ambienti finanziari, le previsioni di Michael Burry sono solitamente tenute d’occhio. Secondo un’analisi di Sure Dividend, citata dall’emittente statunitense, i trader che hanno seguito gli investimenti consigliati da Scion Asset Management, società di investimenti di Burry, negli ultimi 3 anni (tra maggio 2020 e maggio 2023) avrebbero ottenuto un rendimento annualizzato del 56%. Insomma, non è solo il caso del 2008 a costituire la fiducia del mercato in Burry.

La Scion Asset Management

Secondo l’istituto di vigilanza delle Borse statunitense, la Security Exchange Commission, la Scion Asset Management, ha impegnato più del 90% del portafoglio in opzioni put contro fondi che seguono lo S&P 500 e il Nasdaq 100. In sostanza, le opzioni put sono strumenti derivati in base ai quali l’acquirente acquista la facoltà di vendere un titolo a un determinato prezzo, mentre l’altra parte si impegna ad acquistare il titolo se l’acquirente dell’opzione decide di esercitare il suo diritto.

Nasdaq 100

La mossa di Burry sembra azzardata, se si considera che lo S&P 500 e il Nasdaq 100 quest’anno sono cresciuti rispettivamente del 16% e del 38%.

Ma, visto come è andata a finire nel 2008, le scommesse di Burry non vanno prese molto alla leggera. Per capire meglio le intenzioni di Burry, è necessario valutare le operazioni del suo fondo d’investimento. Da un lato, Scion Asset Management sta vendendo azioni di una serie di banche regionali presenti nel suo portafoglio, come quelle della First Republic Bank e della Huntington Bank PacWest, entrambe operanti in California, e quelle della Western Alliance, con sede in Arizona. Burry si sta inoltre liberando di molti titoli cinesi, tra cui JD.com e Alibaba.

Expedia Group

Dall’altro lato, l’investitore sta puntando sui settori dei viaggi, della sanità, dell’energia e dell’automotive. Nel suo portafoglio ci sono azioni di Expedia Group, Mgm Resorts, Cvs, Warner Bros Discovery e di Stellantis. Le sue scommesse ribassiste riguardano, in questo caso, gli indici azionari S&P 500 e Nasdaq 100, secondo documenti della Security Exchange Commission pubblicati a inizio settimana e diffusi dai giornali d’oltreoceano. Ma come si è mosso Burry? Tramite l’hedge fund Scion Asset Management (nato dalle ceneri di Scion Capital, il fondo speculativo con il quale Burry registrò un rendimento del 489,34% nel 2008), l’investitore ha acquisito l’equivalente di 866 milioni di dollari in opzioni put, scommettendo contro un fondo ETF che segue lo S&P 500. Lo stesso è stato fatto con un fondo che segue il Nasdaq 100: in questo caso i milioni di dollari investiti in opzioni put sono stati 739.

L'opzione put

Un’opzione put, per definizione, è un tipo di opzione che trae vantaggio dalle crisi di mercato: aumenta di valore quando un titolo scende. Il possessore di un’opzione put trae profitto quando il costo dell’opzione è inferiore alla differenza tra il prezzo di esercizio (strike price) e il prezzo dell’azione alla scadenza dell’opzione. Quest’anno l’S&P 500 e il Nasdaq 100 hanno entrambi registrato grandi guadagni e sono saliti rispettivamente del 16% e del 38%. Eppure Burry sta scommettendo più del 90% del suo portfolio su un ribasso in arrivo. Il fondo dell’investitore, intanto, ha scaricato anche gli stock di alcune banche regionali: come le 150.000 azioni di First Republic Bank (FRC), sebbene non sia chiaro se queste vendite siano avvenute prima o dopo l’acquisizione della First Republic Bank (FRC) da parte di JPMorgan Chase a maggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA