Lo chef Gennaro Bellomo sceglie la serenità ai soldi: «Più tempo da dedicare all'insegnamento e alla famiglia»

Qualche anno fa lo chef ha iniziato a collaborare con l’istituto alberghiero “Raffaello Foresi” di Portoferraio

Lo chef Bellomo sceglie la famiglia e l'insegnamento: «Meglio guadagnare meno ma poter vivere»
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Giovedì 4 Maggio 2023, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 15:38

Trent'anni nelle cucine italiane, poi la decisione di dedicarsi alla famiglia e all'insegnamento. Lo chef Gennaro Bellomo cambia vita: meno soldi ma anche meno stress. Una decisione dettata anche dalla sua passione per l'insegnamento di quelli che saranno gli chef di domani: «Insegno a scuola, sempre in cucina, e ho un ottimo rapporto con gli studenti. Posso anche stare più ore con la mia famiglia e dedicarmi a cose che, solo qualche mese fa, erano impensabili».

Chi è lo chef Bellomo

Lo chef 46enne è originario di Casamassima (paese dell’hinterland Barese).

Tanta la sua gavetta: studi all’alberghiero di Castellana Grotte per sbarcare, come stagionale, nei ristoranti della Riviera Romagnola o nelle località di montagna tra Trentino Alto Adige e Lombardia. E, infine, la conquista di una “casa” nell’Isola d’Elba dei vip e della buona cucina.

«Sin dall’età di 15 anni, appena iscritto all’alberghiero, mi sono messo in gioco trovando una cucina dove fare le stagioni estive. A Natale o Carnevale si saliva sul treno, perché senza patente, e si faceva il giro dei ristoranti da Rimini a Riccione. Come tanti altri amici dell’epoca, si consegnavano curriculum cartacei con la speranza di essere chiamato. Si restava lì fino a quando non arrivavano risposte». 

Lo chef Bellomo spiega il suo punto di vista al Corriere della Sera: «I ristoranti non trovano più personale? La crisi pandemica ha accelerato un processo che era già in atto. Durante la chiusura dei ristoranti molti colleghi hanno scelto di “riconvertirsi”: lavorano nelle ditte di impiantistica, nei punti vendita del commercio o nell’agricoltura. Sa cosa dicono? Meglio guadagnare di meno, ma poter vivere»

 



Lo chef a lavorato tanto in Italia: Emilia Romagna, Sirmione e Malcesine (Lago di Garda), Livigno, Madonna di Campiglio, Val Gardena e Santa Cristina». Ma anche all'estero: un anno negli Usa, a Miami.

Poi ha messo su famiglia all'Isola d'Elba. Ma lo stress è tanto, come spiega lo chef: «Essere chef o responsabile di partita significa dedicare la vita al lavoro. Non c’è altra soluzione se vuoi fare bene questo mestiere: non ci sono feste, né momenti di relax da condividere con la famiglia».

La passione per l'insegnamento

«Qualche anno fa ho iniziato a collaborare con l’istituto alberghiero “Raffaello Foresi” di Portoferraio. Poi ho presentato domanda per l’insegnamento e ora sono docente in enogastronomia e settore cucina. Guadagno la metà ma sono felice e penso al futuro».

Lo chef rivela che gli arrivano offerte per rientrare in cucina: «Sono gli stessi titolari delle strutture che chiamano disperati. Molte attività, per la stagione estiva, rischiano di non riaprire. Contatterò l’istituto alberghiero di Castellana Grotte per offrire posti di lavoro. Temo purtroppo di sapere già la risposta».

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