Da Roma a Monte Carlo con una rosa tra le mani. In estrema sintesi è la coinvolgente storia di Carla Cinciripi, creatrice di borse uniche nel loro genere. A 23 anni dà vita - e anima - a rose realizzate con una nappa preziosa, inseriendole in “vasi” unici, spesso a forma di cuore, originati dalla rielaborazione di borse extra lusso. Questi elementi insieme diventano oggetti senza tempo. L’idea artistica è talmente innovativa da essere stata esposta in una mostra a Monte Carlo: 23 sue opere così delicate e preziose da apprezzarle dentro delle teche.
Rose, borse e cuori come si uniscono?
«Dalla voglia di trasformare un oggetto del desiderio, rendendolo eterno. Le rose sono il simbolo della natura e insieme sono d’amore per se stessi e per la vita».
Come nasce questo progetto?
«Dalla mia passione per la moda e da mia nonna Nunzia che mi regalava oggetti contenuti in un baule vintage che custodiva da anni. Verso i sedici anni ho avuto la mia prima borsa Louis Vuitton. E da quel momento è nato il mio mondo».
Sua nonna l’ha aiutata?
«I primi fiori - erano dei tulipani e poi sono diventati delle splendide rose - li abbiamo pensati insieme.
Descriva le sue opere.
«Creo dei “case”, dei contenitori dalle forme geometriche con cui mi sbizzarrisco. Si parte da un contenitore in legno che io abbellisco e rendono unico attraverso la fodera che deriva dalla destrutturazione dei tessuti delle borse extra lusso. Possono essere Louis Vuitton, Hermes, Gucci e Dior. Ho anche sfruttato un trench una volta, ma prediligo borse. All'interno del "case" vi aggiungo delle rose in pelle di nappa tinta e invecchiata, che rendono l'oggetto unico e irripetibile. Vederle esposte, per me che vengo dall'Appio Latino ora all'Hotel Fairmont di Monte Carlo è un sogno che si avvera».
Come Zio Paperone la prima case la conserva?
«La prima è con me, non la vendo, la tengo in casa».
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