Alda Merini, stasera il film dedicato alla poetessa, chi era? La famiglia, la causa della morte, il manicomio, i 3 mariti, le 4 figlie e le frasi celebri

La Merini è una delle autrice italiane più riconosciute del ‘900. Una vita ricca di eventi, ma anche un disturbo bipolare che l’ha costretta all’internamento ospedaliero tra il 1964 e il 1972. Scopriamo dunque qualcosa in piu' sulla scrittrice

Alda Merini, stasera il film dedicato alla poetessa, chi era? La famiglia, la causa della morte, il manicomio, i 3 mariti, le 4 figlie e le frasi celebri
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Giovedì 14 Marzo 2024, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 12:23

Stasera in tv Rai 1 propone il film “Folle d'amore” dedicato a una grande donna del '900: Alda MeriniDiretto da Roberto Faenza è un biopic dedicato alla grande poetessa dei navigli (interpretata da Laura Morante), alle sue grandi opere ma soprattutto alla intensa e tormentata vita privata. Vediamo dunque insieme la vita di Alda Merini.

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Alda Merini: la famiglia

Alda Giuseppina Angela Merini, questo il nome all'anagrafe, nota come Alda Merini, nasce a Milano (in viale Papiniano, 57, all'angolo con via Fabio Mangone) il 21 marzo 1931 e muore nella sua città il 1º novembre 2009 (all'età di 78 anni) è stata una poetessa, aforista e scrittrice italiana. 

Il padre, Nemo Merini, originario di Brunate, primogenito degli otto figli di un conte comasco diseredato per aver sposato una contadina, è impiegato di concetto presso le assicurazioni "Vecchia Mutua Grandine ed Eguaglianza", precisamente nella società affiliata denominata "Il Duomo"; la madre, Emilia Painelli, è casalinga. Alda è secondogenita di tre figli, tra Anna, nata il 26 novembre 1926, ed Ezio, nato il 23 gennaio 1943, che la scrittrice fa comparire, sia pure con un certo distacco, nelle sue poesie. Della sua infanzia si conosce quello che lei stessa scrisse in brevi note autobiografiche in occasione della seconda edizione dell'Antologia dello Spagnoletti: «ragazza sensibile e dal carattere malinconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori ma molto brava ai corsi elementari: ... perché lo studio fu sempre una mia parte vitale»

 

L'infanzia di Alda passa tra un padre colto, affettuoso, dolce che a cinque anni le regala un vocabolario, e una madre severa, distante ed altera, che tenta invano di proibirle di leggere i libri della biblioteca paterna in quanto per lei sognava un futuro da madre e moglie. Dopo aver terminato il ciclo elementare con voti molto alti, è però il padre che le impone di frequentare i tre anni di avviamento al lavoro presso l'Istituto Professionale Femminile Mantegazza, in via Ariberto.

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Il periodo della guerra

Nel 1943, dopo un coprifuoco trascorso nel rifugio antiaereo, la famiglia trova la casa distrutta da un bombardamento.

Mentre il padre resta a Milano con la figlia maggiore, lei, la madre e il piccolo Ezio trovano un carro bestiame che va a Vercelli, dove vive una zia che li sistema in un cascinale, per ben tre anni; ricongiunta la famiglia e tornati a Milano a piedi, prendono il primo monolocale trovato vuoto, precedentemente abitato da uno straccivendolo, e lo abitano per tre anni. Dopo il conflitto, la famiglia torna a Milano, dove Alda ha continuato a perseguire la sua passione per la scrittura e la poesia.

Alda tenta in seguito di essere ammessa al Liceo - Ginnasio Alessandro Manzoni, ma non riesce in quanto non supera la prova di italiano. Nello stesso periodo si dedica allo studio del pianoforte, strumento da lei particolarmente amato. Esordisce come autrice giovanissima, a 15 anni. Attraverso una sua insegnante delle medie fu presentata ad Angelo Romanò che, apprezzandone le doti letterarie, la mise in contatto con Giacinto Spagnoletti, il quale divenne la sua guida, valorizzandone il talento e incoraggiandola a coltivare il suo talento letterario. Negli anni successivi, inizia a pubblicare le sue poesie, guadagnandosi il rispetto e l'ammirazione della comunità letteraria.

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La vita privata

La sfera sentimentale di lda Merini è stata turbolenta e drammatica. Il suo primo amore fu Giorgio Manganelli, uno scrittore più grande di lei. Alda e Giorgio si conobbero nel 1947; lei aveva 15 anni ma aveva già esordito come poetessa, lui, invece aveva 27 anni, ed era già sposato con Fausta Chiaruttini e aveva una bambina, Lietta. Il matrimonio breve e infelice dell’uomo non impedì il nascere di una tormentata relazione tra i due, testimoniato dalla stessa poetessa che gli dedicò la sua prima raccolta poetica, “La presenza di Orfeo”, nella quale si immedesima nella ninfa Euridice e identifica Manganelli con il pastore Orfeo. I due dialogavano clandestinamente per ore, affrontando temi inerenti alla poesia, alla morte e alla follia. La relazione si interromperà bruscamente quando Manganelli otterrà il divorzio da Fausta Chiaruttini e si trasferirà a Roma, dove avrà inizio la sua carriera come letterato di spicco nel panorama italiano. Alda è disperata, ma riesce a risollevarsi, come sempre farà nella vita.

Dopo essere stata lasciata da Manganelli, sposò un altro uomo, Ettore Carniti, operaio e sindacalista, in seguito proprietario di alcune panetterie di Milano, ma la relazione fu da litigi e conflitti. Nella sua biografia la poetessa scrive questo di lui: “Era un operaio, è morto nel 1983, un lavoratore. Si chiamava Ettore Carniti, io sono zia del sindacalista Pierre Carniti e anche mio marito era sindacalista. Un bell’uomo. Ho avuto quattro figlie da lui. Andavamo a mangiare la minestra da mia madre perché lui non aveva ancora un lavoro. Poi abbiamo preso una panetteria in via Lipari, non è che proprio facevamo il pane, era solo una rivenditoria. Mi chiamavano la fornaretta. Ho avuto la mia prima bambina nel 1955, Emanuela, poi nel 1958 è nata anche Flavia. Avevo 36 anni quando è nata la mia ultima figlia, Simona, e prima ancora era arrivata Barbara”

I due erano molto diversi, Ettore è poco incline a capire la passione per la scrittura di Alda e lei poco incline a fare solamente la donna di casa. Nel frattempo, la sua carriera letteraria, subì alti e bassi e Alda precipita nella psicosi fino al giorno in cui dopo una forte crisi il marito la fa ricoverare. 

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Il manicomio

Per Alda Merini, il manicomio sarà un'esperienza purtroppo costante, una sorta di alternarsi tra buio e luce, l'inizio di un estenuante viaggio nella psicanalisi. Alda tra un ricovero e una dimissione visse in un manicomio per dieci anni. Anni di buio, sofferenza, in cui subisce umiliazioni, maltrattamenti, viene sottoposta a elettroshock e barbiturici. In manicomio la poetessa è stata privata di ogni umanità e di qualsiasi contatto con il mondo, ma soprattutto le hanno tolto di quello che le aveva sempre permesso di andare avanti e di trovare la forza in sé stessa: la scrittura.

Durante questo periodo buio trovò sostegno e guarigione attraverso il dottor Enzo Gabrici, il suo psichiatra, che la incoraggiò a riprendere la sua attività poetica. Così la Merini ha raccontato il primo incontro con il Dottor Gabrici nel libro “L’altra verità. Diario di una diversa”: “Un giorno un medico comparve nella nostra sala. Era ben vestito, aveva modi educati, e mi guardò a lungo. Era anche un bell’uomo. Mi domandò chi fossi. Ma non gli risposi. ” “Vuoi venire nel mio studio? ” mi disse. Io annuii e cominciò la cosiddetta “psicoterapia”, fatta con lui e con estremo amore da parte di quell’uomo, che forse fu il mio salvatore”. La Merini ha voluto esprimere tutta la sua riconoscenza verso l’uomo scrivendo una serie di scritti, poesie esortazioni o semplici pensieri indirizzati al “dottor G. ”, come lo chiama nelle lettere, ritrovate dopo trent’anni e raccolte nel libro “Lettere al Dottor G.”. Grazie alla scrittura, Alda riuscì a trasformare il suo dolore e la sua sofferenza in opere d'arte, vincendo così la sua malattia.

L'ultimo marito

Il 7 luglio 1983 morì il marito. Alda Merini in uno stato psicchico ancora debole cominciò un’amicizia telefonica con l’anziano poeta Michele Pierri che, in quel difficile periodo di ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato di apprezzare le sue poesie. L’intesa fra i due si fece sempre più forte, malgrado i trent’anni e la distanza che li separano: così nel 1983 Alda Merini decise di sposare Michele, solo con rito religioso, e di trasferirsi a Taranto dove vi rimase per circa quattro anni.

Ma la felicità, anche questa volta per lei, non dura a lungo: l’aggravarsi delle condizioni di salute di Pierri divenne pretesto per i figli del medico-poeta, da sempre contrari al loro matrimonio, per allontanare la Merini. Questo, insieme alla morte dell’uomo arrivata poco dopo, le provoca un profondo stato depressivo che la riporterà a vivere nuovamente le torture e gli orrori dell’ospedale psichiatrico, questa volta di Taranto. Dopo la morte di suo marito Michele Pierri, Alda tornò a Milano, dove continuò a distinguersi come figura di spicco nella vita culturale italiana.

La morte: le cause e dove è seppellita

Muore il 1º novembre 2009, all'età di 78 anni, a causa di un tumore osseo (sarcoma) all'Ospedale San Paolo di Milano, quella sera sotto l'ospedale le fanno idealmente compagnia un piccolissimo gruppo di artisti milanesi, tra cui Ezio Pedroni. Lo stesso 1º novembre, presto di mattina, le amministra il sacramento dell'unzione degli infermi fra' Gianluigi Pasquale dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Dopo l'allestimento della camera ardente, aperta il 2 e il 3 del mese, i funerali di Stato sono stati celebrati nel pomeriggio del 4 novembre nel Duomo di Milano. Oggi Alda Merini è tumulata al Cimitero Monumentale di Milano, nella Cripta del Famedio. 

Le poesie

La prima raccolta di poesie di Alda Merini: ’La presenza di Orfeo’, pubblicata nel 1953, ebbe subito un grande successo di critica. Il suo capolavoro è però considerato ’La Terra Santa’ che le è valso, nel 1993, il Premio Librex-Guggenheim ’Eugenio Montale’ per la Poesia. Altre sue raccolte di versi sono ’Testamento’, ’Vuoto d’amoré, ’Ballate non pagate’, ’Fiore di poesia 1951-1997’, ’Superba e’ la notté, ’L’anima innamorata, ’Corpo d’amoré, ’Un incontro con Gesu’’, ’Magnificat. Un incontro con Maria’, ’La carne degli Angeli’, ’Piu’ bella della poesia è stata la mia vità, ’Clinica dell’abbandonò e ’Folle, folle, folle d’amore per te. Poesie per giovani innamoratì. Nella sua carriera artistica, Alda Merini si è cimentata anche con la prosa in ’L’altra verità. Diario di una diversà, ’Delirio amoroso’, ’Il tormento delle figure’, ’Le parole di Alda Merini’, ’La pazza della porta accanto’ (con il quale vinse il Premio Latina 1995 e fu finalista al Premio Rapallo 1996), ’La vita facile’, ’Lettere a un racconto. Prose lunghe e brevi’ e ’Il ladro Giuseppe. Racconti degli anni Sessanta’ e con gli aforismi ’Aforismi e magie’. Nel 1996 era stata proposta per il Premio Nobel per la Letteratura dall’Academie Francaise e ha vinto il Premio Viareggio. Nel 1997 le è stato assegnato il Premio Procida-Elsa Morante e nel 1999 il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Settore Poesia.

Le frasi celebri

Sono tantissime le frasi diventate celebri della scrittrice. Cerchiamo di ricordarne 20:

  • “Mi piace chi sceglie con cura, le parole da non dire”
  • Il dolore non è altro che la sorpresa di non conoscerci
  • Si impara a viverequando si impara a morire
  • “La superficialità mi inquieta, ma il profondo mi uccide”
  • “Chi si nasconde nella tenerezza non conosce il fuoco della grande passione”
  • “C'è gente che parla per riempire il vuoto della sua intelligenza”
  • Devo liberarmi del tempo e vivere il presente giacché non esiste altro tempo che questo meraviglioso istante
  • “Gusto il peccato come fosse il principio del benessere”
  • “Amami ora che non ho parole per farti innamorare die miei silenzi”
  • Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni
  • Appartenere a qualcuno significa entrare con la propria idea nell’idea di lui o di lei e farne un sospiro di felicità
  • È necessario che una donna lasci un segno di sé, della propria anima, ad un uomo, perché a fare l’amore siamo brave tutte!
  • Ti faccio dono di tutto se vuoi, tanto io sono solo una fanciulla piena di poesia e coperta di lacrime salate
  • Sorridi donna sorridi sempre alla vita anche se lei non ti sorride. Sorridi agli amori finiti sorridi ai tuoi dolori sorridi comunque. Il tuo sorriso sarà luce per il tuo cammino faro per naviganti sperduti.
  • “Ci si abbraccia per ritrovarsi interi”
  • “La felicità sono attimi e, quando arrivano, me li prendo senza esitare”
  • “Quelli come me guardano avanti anche se il cuore rimane qualche passo indietro”
  • “Anche se la finestra è la stessa, non tutti quelli che vi si affacciano vedono le stesse cose: la veduta dipende dallo sguardo”
  • “Ogni alba ha i suoi dubbi”
  • “Ognuno di noi ha vissuto qualcosa che l'ha cambiato per sempre”

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