«Bassiano torna a sorridere» con Martufello e viceversa. Sabato 16 ottobre alle 21 presso l'auditorium comunale del centro lepino, l'artista del Bagaglino, originario di Sezze, racconterà storie di paese, d'Italia e del mondo, ma anche di mamme e papà. «Uno spettacolo di satira e costume per una lettura comica della vita di ieri e di oggi anticipa Martufello, all'anagrafe Fabrizio Maturani ma che sappia anche far riflettere». L'ingresso è libero; obbligatorie prenotazione (telefono 3423037780; 0773335226) e green pass. Ieri, in viaggio per Perugia per la presentazione del libro Confessioni spudorate di Pier Francesco Pingitore, Martufello ha confessato che la performance di sabato a Bassiano sarà la sua prima a capienza piena: «Sono appena 140 posti, ma torneremo a sorridere».
«Lo spettacolo è finanziato dalla Regione Lazio ha spiegato il sindaco di Bassiano Domenico Guidi e rientra in un progetto intercomunale con Cori, Sezze, Norma e Segni che punta a portare sul territorio il teatro. La somma stanziata è di 30mila euro e lo spettacolo di sabato prossimo è la prima data; le altre sono in programmazione».
La compagnia Il Bagaglino, rimasta senza il salone Margherita, si scioglierà? «Mai ha risposto sicuro Martufello -. Io non mi sciolgo e non si sciolgono neanche gli altri artisti. Stiamo cercando un teatro per fare una ventina di repliche dello spettacolo di Pingitore che quest'estate abbiamo portato in diverse città. L'Italia è piena di teatri».
«Sono molto legato a Bassiano e il sindaco non mi ha ancora fatto la statua scherza Martufello solo perché sono nato a Sezze. Il 21 dicembre 2021 festeggerò il mio settantesimo compleanno (ma anche 49 anni di carriera e 40 anni di Bagaglino) proprio in piazza a Bassiano, con una maxi tombolata di Natale. Una serata per divertirci tutti insieme. E poi a Ferragosto 2022 sarò di nuovo lì per presentare La settimana del sorriso', organizzata dal sindaco Guidi».
E a Sezze? «Domenica andrò a votare per l'elezione del sindaco al ballottaggio. Chi vince vince, l'importante che porti Sezze allo splendore che merita. Di più, nin zò».
Rita Cammarone
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