Un leader capace di rendere forte e unito il suo Paese in tempo di guerra, anche grazie alle sue formidabili doti di comunicatore. Che dovrà però fare i conti con una realtà più complessa e una società più divisa quando verranno i tempi della pace. Sono queste le caratteristiche principali del presidente ucraino Volodymyr Zelensky secondo il giornale statunitense “Politico” che ha fatto un'analisi dettagliata dei punti di forza e di debolezza del leader ucraino. E ha fatto sapere che in Ucraina sta crescendo la fronda interna contro il leader. «Si è illuso in una pace facile da raggiungere» dicono gli oppositori.
Zelensky, la fronda interna a Kiev
Politico ricorda che anche i critici interni di Zelensky gli hanno riconosciuto tra i punti di forza le sue capacità di eccellente comunicatore: i suoi discorsi quotidiani hanno dato stabilità agli ucraini, hanno fornito indicazioni importanti e sollevato il morale della popolazione, anche nei momenti di maggiore difficoltà.
Il futuro del presidente ucraino
Il problema, secondo l'analisi di Politico, è che quando il Paese entrerà in una fase di normalità uscendo fuori dall'emergenza, quando gli ucraini non saranno uniti come ora a causa della guerra, Zelensky non avrà più la stessa efficacia. «Quando lo scopo pubblico è chiaro, lui ha una grande forza. Ma quando la carrozza si trasformerà di nuovo in una zucca, dovrà affrontare un mondo molto diverso», ha concluso Karatnycky. Nel frattempo, fa sapere Politico, nella Verkhovna Rada, il parlamento del Paese, sta crescendo lo scontento delle opposizioni: i parlamentari si lamentano di essere poco ascoltati dal governo che ha incontrato i massimi leader dell'opposizione solo una volta da quando la Russia ha invaso l'Ucraina. «La routine dei ministri ascoltati dalla Rada è stata abbandonata», ha affermato la deputata dell'opposizione Ivanna Klympush-Tsintsadze, ex vice primo ministro nel precedente governo dell'ex presidente Petro Poroshenko. «In tempo di guerra bisogna prendere decisioni rapide e urgenti con procedure abbreviate. E quindi è abbastanza comprensibile», ha detto. «Ma stiamo assistendo a decisioni sempre più centralizzate».
«Pensava che la pace sarebbe stata facile da raggiungere perché tutto ciò che bisognava fare era guardare negli occhi Putin e parlargli sinceramente», ha detto il parlamentare Mykola Kniazhytskyi: «Riteneva che gestire uno Stato fosse abbastanza semplice: prendi decisioni e queste devono essere implementate». Ma secondo Kniazhytskyi, non bisogna neppure dimenticare che la società civile ucraina si è fortemente sviluppata, che l'autogoverno locale si è rafforzato grazie al volontariato e all'assistenza reciproca in tempo di guerra, così come si sono rafforzati alcuni organi statali, dalle ferrovie al settore energetico. Tutto questo, ha detto Kniazhytskyi a Politico, insieme a un forte senso di appartenenza nazionale forgiato dal conflitto, servirà a mettere le fondamenta di una Ucraina più forte nel dopoguerra.