Vive da 30 anni su un'isola galleggiante costruita col marito: «Lui è morto, ma non ho intenzione di andarmene»

La coppia ha vissuto per decenni in struttura galleggiante al largo della costa della Colombia britannica

Una donna vive da 30 anni su un'isola galleggiante costruita con il marito: «Lui è morto ma non ho intenzione di andarmene»
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Martedì 10 Ottobre 2023, 19:43 - Ultimo aggiornamento: 21:53

Non si può dire che la vita di Catherine King, canadese, sia stata un'esistenza comune, così come non lo è la sua casa, stanziata su un'isola galleggiante costruita insieme al marito Wayne Adams ormai 31 anni fa. Adams è morto l'anno scorso, ma Catherine non ha voluto abbandonare la vita immaginata e tirata su insieme, solo con le loro mani.

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Il sogno di vivere nella natura

Parlando con Insider, la donna ha raccontato del suo primo incontro con il marito e dell'idea dell'isola, maturata a poco a poco: «All'epoca, King - guaritore, artista e ballerino -, lavorava come massaggiatore a Toronto»,  dove Catherine è cresciuta. «In quelle prime conversazioni - ricorda - abbiamo parlato del sogno comune di vivere nella natura», ha detto King, 64 anni, aggiungendo che il desiderio derivava dalla loro infanzia».

«Eravamo bambini unici - ha raccontato - eravamo entrambi piccoli.

Ci prendevamo in giro molto e eravamo molto vittime di bullismo. Così abbiamo scoperto che la natura poteva curare. Avevamo questo in comune».

Dopo il loro primo incontro, che Catherine descrive come «cosmico», la coppia andò rapidamente a vivere insieme e iniziò a cercare un posto dove costruire una vita insieme. Il posto giusto fu trovato in una piccola  insenatura al largo della costa di Tofino, nella Colombia britannica, conosciuta come "Freedom Cove", la baia della libertà.

King ha raccontato di essere stata attratta dalla baia non solo perché era isolata e accessibile solo tramite un giro in barca di 10 miglia, ma perché c'era una sorta di "magia" in essa. «Non puoi nasconderti da te stesso qui. Devi essere sincero con te stesso», ha detto. 

L'isola galleggiante è stata così costruita da lei e Adams vicino alla riva, in modo da poter far parte della natura «senza interferire con essa». Proprio la stessa estate in cui trovarono Freedom Cove, racconta Catherine, una tempesta soffiò sulla costa, lasciando sulla riva assi di legno. «Abbiamo pensato che fosse un buon segno, che l'universo fosse favorevole a ciò che avremmo fatto».

Come galleggia

I lavori della casa galleggiante furono ultimati nel febbraio del 1992, ma da allora la struttura è cambiata molto. Per far galleggiare la struttura la coppia utilizzò il polistirolo, legando insieme le assi usando una corda a formare una ragnatela. I due, però, ampliarono rapidamente la casa con nuovi edifici per soddisfare i loro hobby e bisogni.

Un esempio? Diverse serre, un pollaio e una grande cucina, oltre a un sistema di purificazione dell'acqua, ma anche una pista da ballo, fino a dar vista a una struttura ampia e diversificata, come si vede nel video girato e diffuso da "Great Big Story".

Le sfide di vivere sull'isola

«Ogni anno ci sono tempeste invernali che rischiano di distruggere tutto» ha detto Catherine. Puntualmente,   le tempeste portavano via intere parti della loro casa e dovevano ricostruirle.

Un’altra sfida che hanno dovuto affrontare è stata il problema del mondo moderno di guadagnare abbastanza soldi per permettersi la manutenzione della propria casa. Sette anni dopo aver costruito l'isola, furono scoperti anche dal governo municipale e dovettero iniziare a pagare le tasse annuali. Nel 2013, hanno deciso di unirsi al resto del mondo online installando Internet sull'isola, che secondo King costa di più sull'isola che in città.

Catherine ha spiegato che, come artisti, si sono uniti per lavorare con un budget «ridotto», aggiungendi che «hanno lavorato per molti anni in cui tutto ciò che guadagnavamo era di $ 6.000 all'anno».

La morte del marito

Adams è morto lo scorso marzo otto anni la diagnosi di cancro al retto, ma da allora Catherine non ha voluto abbandonare l'isola. «È rimasto il più vitale possibile - ha detto parlando del marito -  il più attivo possibile. Anche fino alle ultime due settimane, stava ancora lavorando su un'importante scultura, che finirò per lui».

Diventare l'unica proprietaria e la sola abitante dell'isola non è stato facile: ha dovuto farsi carico di tutti quei "lavoretti" che una volta spettavano ad Adams, come far funzionare i generatori, fare rifornimento e gestire le continue riparazioni domestiche.

«È stata una ripida curva di apprendimento» ha detto Catherine, che, però, non ha intenzione di abbandonare la loro casa. «Per fortuna - ha detto - ho ricevuto l'aiuto di amici e familiari, che si sono alternati per stare con me, quindi non sono mai sola».

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