Il rischio, ma sarebbe meglio dire la realtà, di un'Europa che procede in ordine sparso sulla questione della guerra russo-ucraina esiste. Ed è presente a tutti. Il richiamo di ieri di Sergio Mattarella a un protagonismo dell'Europa più forte, più deciso e più coeso per la pace nell'Ucraina aggredita dalle armate putiniane può essere letto proprio alla luce della confusione che si sta creando tra i Paesi del vecchio continente su come fermare il militarismo russo. Per l'ottantesimo anniversario della distruzione della città di Cassino, il Capo dello Stato interviene legando passato e presente: «La nuova abbazia di Cassino ambisce anche a essere prova di un'accresciuta consapevolezza degli orrori delle guerre e di come l'Europa debba assumersi un ruolo permanente nella costruzione di una pace fondata sulla dignità e sulla libertà». Sulla dignità e sulla libertà, significa nel ragionamento e nella cultura di Mattarella, pace giusta e fondata sulla non cedevolezza agli interessi di chi ha invaso l'Ucraina. «Contavamo - incalza il presidente - che l'Europa, fondata su una promessa di pace, non dovesse più conoscere guerre. Ai confini d'Europa, anzi dobbiamo dire dentro il suo spazio di vita, invece guerre terribili stanno spargendo altro sangue e distruggendo ogni remora posta a tutela della dignità degli esseri umani. Bisogna interrompere il ciclo drammatico di terrorismo, di violenza, di sopraffazione, che si autoalimenta e vorrebbe perpetuarsi. Questo è l'impegno della Repubblica Italiana». Mattarella insiste sul ruolo europeo anche perché vede, come tutti, che i flebili e benemeriti tentativi per arrivare a una pace sono in corso fuori dalle frontiere della Ue, come per esempio in Turchia.
Il discorso mattarelliano cade proprio nella giornata del vertice tra Macron, Scholz, Tusk, ossia i tre leader di Francia, Germania e Polonia, che si è tenuto a Berlino e da cui è partito, anche per smentire le diversità di approccio che i tre hanno rispetto alla difesa dell'Ucraina - mandare sul campo soldati europei e Nato come vuole il presidente Macron oppure no? - un messaggio di compattezza che è un avvertimento a Putin.
Macron che si era messo alla testa del fronte anti-russo, dicendo nei giorni scorsi «prepariamoci a partecipare alla guerra sul terreno in Ucraina per non permettere a Putin di vincere», ha ammorbidito la sua posizione nel vertice a Berlino con Tusk e con Scholz che è fermamente contrario a qualsiasi intervento proprio come le principali cancellerie europee, gli Stati Uniti, i vertici Nato. E come l'Italia che con il ministro Tajani ha direttamente riposto all'ipotesi macroniana dei «boots on the ground», facendo notare: «Sarebbe un errore entrare in Ucraina. Fare la guerra alla Russia significa rischiare la terza guerra mondiale». Posizione in linea con quella esplicitata ieri da Mattarella sull'Europa che deve assumere «la responsabilità della pace e far cessare ovunque il fuoco delle armi».