Rave party in Israele, la strage (premeditata) di Shani e di altri 260 ragazzi. La fine di Nicole al telefono col fratello: «Non ce la farò»

Il video choc della ragazza tedesca spogliata e oltraggiata dai miliziani di Hamas

Rave party in Israele, la strage (premeditata) di Shani e di altri 260 ragazzi. La fine di Nicole al telefono col fratello: «Non ce la farò»
di Marco Ventura
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Lunedì 9 Ottobre 2023, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 10:27

Un'esecuzione in massa di ragazzi che venivano da Israele ma anche da Europa e America, che ridevano e cantavano e si erano ritrovati a celebrare nella natura la festività ebraica di Sukkot vicino al kibbutz di Reim, quasi al confine con la Striscia di Gaza. Un'azione premeditata, perché ormai è chiaro che dietro l'esfiltrazione di centinaia di terroristi di Hamas c'è stata una pianificazione di mesi d'intelligence. L'annuncio del rave era pubblico e al raduno c'erano centinaia di ragazzi tra 20 e quarant'anni, diventati da un momento all'altro bersagli di una caccia all'ebreo. L'immagine finale, terrificante, è un ammasso di corpi adagiati l'uno sull'altro, alcuni con le mani legate dietro la schiena e i segni di torture. In tutto, i morti della festa sono più di 260, è la strage più grande di questa immensa carneficina che ha provocato l'esultazione del parlamento di Teheran e una preghiera di ringraziamento della cupola di Hamas a Doha, Qatar, davanti a sequenze del massacro rimandate alla tv.

 

@ilmessaggero.it La musica alta, la festa, il ballo, poi l'orrore. Centinaia di video diventati virali sui social mostrano le immagini dei giovani, venuti da Israele ma anche da Europa e America mentre si divertono al rave organizzato nel deserto Israeliano, non lontano dalla striscia di Gaza, pochi attimi prima dell'attacco di Hamas. Secondo le autorità Israeliane, nell'attacco sono morte oltre 260 persone e decine di ragazzi di diverse nazionalità sono stati presi in ostaggio. . . . [#IlMessaggero] #israele #palestina #rave #ballo #musica #gaza #attacco #guerra #notizie #esteri #mondo ♬ suono originale - Il Messaggero

Strage al rave, lo strazio

Ma l'icona di quello che nella memoria di tutti gli israeliani (e nostra) rimarrà come l'11 settembre di Israele, è una ragazza di 22 anni, bellissima, piena di vita, idealista come si può essere solo alla sua età, che era al rave col suo ragazzo, girava il mondo come tatuatrice tra Messico e Repubblica Ceca, Svizzera e Croazia, e lo scorso luglio si trovava in Italia sul Lago d'Iseo, nel profilo Telegram postava una foto a Sale Marasino scrivendo «Bella Italy» con le faccine dagli occhi a forma di cuore. «Nella natura è più facile per me connettere al mio spirito l'universo e il mio dio si legge ancora nel profilo il mare e gli alberi hanno un loro modo unico di cantare e così noi preghiamo insieme, dio esaudirà tutti i vostri desideri».

Invece, l'ultima immagine di Nicole Shani è quella che ieri veniva attribuita a una soldatessa israeliana, perché troppo crudele appariva la sua fine.

Buttata allo scoperto nel retro di un furgone aperto, le gambe spezzate per la difficoltà di accomodare la sua altezza al veicolo, il volto sfigurato e sanguinante. È a pancia in giù, seminuda, un miliziano col mitra le tiene una gamba sopra l'anca e a turno, per le strade di Gaza, giovani di Hamas si sporgono per sputare sul cadavere. Sequenza che la madre, Ricarda Lauk, vede in Israele, dove vive perché sposata a un israeliano (ma lei e la figlia hanno cittadinanza tedesca). E non si dà pace, nonostante tutto vuol credere che Nicole fosse solo priva di coscienza, ma viva. E posta a sua volta un messaggio tenendo in mano un telefonino con l'immagine della figlia che subito diventa nero. «Nicole ha partecipato al festival con amici dal Messico, ha amici da tutto il mondo, ama viaggiare. Eravamo abituati in Israele a una vita sotto una costante minaccia, ma non voglio pensare che le sia accaduto qualcosa di grave». Lei e i tre fratelli di Nicole non hanno saputo più nulla. Il riconoscimento è matematico, perché sulla gamba si vede il tatuaggio che Nicole mostra sotto il ginocchio nelle foto su Instagram. Di lei resta solo il tracciamento della carta di credito per un acquisto. A Gaza. Sul profilo commenti di iraniani che chiedono scusa. La mattanza è stata meticolosa e orribile.

 

 

Carneficina

In serata, la conta dei morti era sopra i 700: militari di frontiera, un colonnello, 30 poliziotti di Sderot, passanti, persone sorprese in automobile sulla strada, tante famiglie. C'è la ragazza uccisa davanti ai genitori, alla sorellina e al fratellino: la madre copre col proprio corpo i figli, un po' per proteggerli dalle pallottole e un po' dall'orrore, e dice «no, non è successo», quando il più piccolo le chiede se c'è la possibilità che la sorella, 18 anni, torni mai. C'è il calciatore Lior Assoulin dei club Maccabi, Beitar e Hapoel, pure lui al rave. E c'è Amit, 22 anni come Nicole, la cui storia è raccontata su X dal fratello. «La mia fantastica sorella era una paramedica al kibbutz Bari. Salvava vite. Ha aspettato 6 ore!!! Un'eternità. Nella clinica con morti e feriti, ha sperato che venissero a soccorrerla. Per 6 ore si è nascosta nella cucina con un coltello e sentiva le esplosioni e gli spari. Dov'è l'esercito?». Il fratello era al telefono. «Le dicevo che stava per arrivare, di essere forte, tutto sarebbe finito presto. 6 ore!!! Poi manda un messaggio: Loro sono qui. Non penso che ne verrò fuori. Vi amo». L'ho richiamata, mi ha urlato che le avevano sparato alle gambe, che uccidevano tutti, lei era l'ultima. Poi ho sentito i colpi».

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