I nomi e i dettagli del Qatargate in cambio di un importante sconto di pena. Pier Antonio Panzeri si è pentito. L’ex eurodeputato lombardo e fondatore della ong “Fight Impunity”, al centro dello scandalo delle euro-tangenti per cui si trova da oltre un mese in custodia cautelare, ha deciso di collaborare con gli inquirenti belgi. Accompagnato dai suoi legali, ieri Panzeri - indagato per i reati di organizzazione a delinquere, riciclaggio e corruzione -, ha firmato un memorandum d’intesa con la Procura federale di Bruxelles: l’accordo prevede una condanna effettiva a un anno di reclusione, oltre a una multa di 80mila euro e a una confisca dei benefici patrimoniali illecitamente acquisiti, ad oggi stimati attorno a un milione di euro. Tutto ciò in cambio dell’impegno - si legge in una nota della Procura - «a rendere dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, sincere e complete circa la partecipazione di terzi e, ove applicabile, la propria, in relazione ai reati del fascicolo d’indagine». In realtà, contro l’ex sindacalista «sarà pronunciata una condanna a cinque anni, ma con sospensione della pena per la parte eccedente un anno», ha spiegato a sera uno dei due avvocati dell’ex europarlamentare, Laurent Kennes, interpellato dall’Afp: Pier Antonio Panzeri «sconterà un anno di detenzione, parte del quale con la modalità del braccialetto elettronico». È solo la seconda volta nella storia giudiziaria del Belgio, si legge in una nota della Procura, che un procedimento penale si chiude con l’applicazione della cosiddetta legge sui pentiti (introdotta sull’esempio della normativa italiana anti-mafia).
Da parte sua, l’ex deputato Ue reinventatosi lobbista si «impegna a informare gli inquirenti e la giustizia in particolare sul modus operandi» della rete criminale internazionale di cui era tra le figure di spicco, «sugli accordi finanziari con Paesi terzi, le strutture finanziarie poste in essere, con i loro beneficiari e i vantaggi offerti», oltre che «sul coinvolgimento di persone conosciute o non ancora conosciute nel caso, compresa l’identità di quelle che lo stesso ammette di aver corrotto».
LE DIFESE
Il legale di Tarabella, Maxim Töller ha respinto le accuse e ha pure comunicato il rifiuto del suo assistito di dimettersi dal gruppo dei socialisti e democratici (S&D), come richiesto dalla leader Iratxe García Pérez. Oggi a mezzogiorno, intanto, l’Aula voterà per la sostituzione di Eva Kaili: l’S&D prova a mantenere la vicepresidenza persa con la destituzione della greca, puntando sul moderato lussemburghese Marc Angel. A lui arriveranno i voti dei liberali e pure quelli dei popolari, che hanno sciolto la riserva solo a sera, dopo che ancora in giornata il capogruppo del Ppe Manfred Weber aveva evocato un «forte malcontento per il comportamento dei socialisti».