Qatargate, ora Kaili scarica Giorgi: «Io tradita». Sospeso un altro lobbista

L’ex vicepresidente greca cambia strategia difensiva per ottenere la scarcerazione

Qatargate, ora Kaili scarica Giorgi: «Io tradita». Sospeso un altro lobbista
di Gabriele Rosana
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 06:42 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 09:13

«Eva Kaili si fidava del compagno Francesco Giorgi. Lui l'ha tradita». Alla vigilia dell'udienza preliminare prevista per oggi a Bruxelles nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti dal Qatar, Michalis Dimitrakopoulos, il legale dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo ha avuto, ieri, un incontro di quasi cinque ore con la sua assistita nel carcere di Haren, a poca distanza dall'aeroporto della capitale belga. L'obiettivo è convincere i giudici a rimettere Kaili in libertà, anche per stare vicino durante le feste alla bimba di poco meno di due anni avuta con Giorgi, che finora è stata affidata al nonno materno. «Abbiamo argomenti legali molto forti. Posso dire di essere ottimista», ha aggiunto Dimitrakopoulos.

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I CONTI CORRENTI
Mentre la magistratura belga ha chiesto all'Italia attraverso Eurojust, l'agenzia per la cooperazione giudiziaria nell'Ue, di congelare due conti correnti della famiglia Panzeri uno intestato all'ex europarlamentare e fondatore della ong Fight Impunity, l'altro alla figlia Silvia , fioccano intanto le sospensioni di altre persone coinvolte o sfiorate a vario titolo dallo scandalo.

Non solo quella, che durerà fino a inizio marzo, di Luca Visentini dall'incarico di segretario generale dell'Ituc, la Confederazione sindacale internazionale, alla testa della quale l'ex Uil era stato eletto appena un mese fa, ma pure quella confermata da fonti interne all'Europarlamento di Eldar Mamedov, il funzionario lettone di origine iraniana che, da consigliere politico dei socialisti nella commissione Affari esteri e nella delegazione per i rapporti con i Paesi del Golfo, era stato associato a pressioni sui dossier più delicati riguardanti il Qatar finiti al centro dell'indagine. Mamedov non risulta ad oggi indagato, ma l'ufficio di presidenza del gruppo parlamentare S&D ne ha disposto la sospensione per «colpa grave».

 

La Commissione ha invece, per il momento, congelato i finanziamenti Ue di cui beneficiava la ong Non c'è pace senza giustizia, guidata da Niccolò Figà-Talamanca. Chi invece adesso chiede di essere sentito dalla giustizia brussellese e si dice pronto a collaborare all'attività d'indagine e a rinunciare all'immunità parlamentare è l'eurodeputato Andrea Cozzolino, tirato in ballo secondo varie ricostruzioni dalle parole dell'ex collega Panzeri. Sospeso in via cautelativa dal Partito democratico e dalle cariche ricoperte all'interno del gruppo S&D, Cozzolino è l'eletto Ue per cui lavora dal 2019 Giorgi, storico ex collaboratore di Panzeri all'Eurocamera: «Da oltre una settimana sono chiamato in causa sulla base di sospetti e illazioni, pur non avendo ricevuto alcun avviso o comunicazione giudiziaria da parte delle autorità inquirenti. Per questo ho dato mandato ai miei avvocati di presentare al giudice istruttore belga, Michel Claise, una formale istanza con la quale, pur dichiarandomi estraneo ai fatti, chiedo di essere sentito per contribuire all'accertamento della verità», si legge in una nota.


LE RIVELAZIONI
Presidente della delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb, tra cui il Marocco su cui si concentrano adesso i sospetti di un nuovo filone dell'inchiesta, a gennaio l'italiano potrebbe essere rimpiazzato ad interim alla guida dell'organismo dal suo numero due, l'europarlamentare francese del gruppo della Sinistra Emmanuel Maurel. Che al Messaggero dice di «non aver notato alcun attivismo particolare da parte di Cozzolino durante i lavori della delegazione», ma conferma «che Giorgi era onnipresente alle nostre riunioni. Era lui che si occupava dei temi relativi al Maghreb». Per una questione di opportunità, aggiunge Maurel, l'organo parlamentare ha rinviato a data da destinarsi una missione in Mauritania già calendarizzata e che sarebbe stata guidata proprio da Cozzolino. Bocce ferme anche in attesa di fare chiarezza, benché per Maurel «il caso del Paese africano è decisamente diverso da quello del Qatar: stiamo parlando di una realtà estremamente povera e che non ha particolari rapporti con l'Ue». Ieri, intanto, parlando da Roma a margine della conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d'Italia nel mondo, la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola è tornata sulla stretta sulle regole di trasparenza che il Parlamento Ue dovrà adottare a inizio anno. E che servirà «per controllare cosa fanno i deputati e i rappresentanti delle organizzazioni che dietro di loro hanno presumibilmente regimi di Paesi terzi. Dobbiamo fare ancora di più per contrastare gli attori malevoli che cercano di minare l'azione Ue attraverso pratiche di corruzione».
 

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