Nuova mossa del Cremlino nella guerra sull’energia: Putin ha firmato un decreto per rispondere alla decisione di imporre un tetto al prezzo del petrolio russo e ai suoi derivati. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti: il provvedimento vieta la consegna del greggio e dei derivati del petrolio a quei Paesi che hanno firmato l’accordo sul price cap. Lo stop alle forniture di petrolio entra in vigore il primo febbraio e sarà valido fino al primo luglio del 2024. Rischia di interessare anche le esportazioni del gas. Il tetto al prezzo del petrolio di Mosca era stato fissato all’inizio di dicembre a 60 dollari al barile da Unione europea, G7 e Australia. Alcuni dati: già il 9 dicembre Putin aveva minacciato l’Occidente di «ridurre la produzione» di petrolio; la Russia è il secondo esportatore al mondo e nel 2021 era il secondo fornitore ai Paesi dell’Unione europea; secondo i leader della Ue, il 90 per cento delle esportazioni di petrolio russo verso l’Unione sarà interrotto entro la fine del 2022 per protesta contro l’aggressione dell’Ucraina ordinata dal Cremlino.
SCONTRI
Nella sanguinosa partita a scacchi sull’Ucraina, c’è anche il nodo della diplomazia. Putin aveva detto: la Russia è pronta a negoziare con tutte le parti coinvolte nel conflitto. Gli ucraini avevano denunciato: non ci fidiamo, è solo un modo per prendere tempo e riorganizzarsi dopo avere perduto posizioni sul campo. Ci ha pensato il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov in un’intervista alla Tass, a spiegare cosa significa per Mosca un accordo di pace: la resa di Kiev con la concessione di tutti i territori annessi. Le parole esatte di Lavrov: «Il nemico è ben consapevole delle nostre proposte sulla smilitarizzazione e la denazificazione dei territori controllati dal regime di Kiev, l’eliminazione delle minacce alla sicurezza della Russia che include i nostri nuovi territori (le repubbliche di Donetsk e Lugansk e le regioni di Kherson e Zaporizhzhia).
Non resta molto da fare: accettare queste proposte in modo amichevole, o in caso contrario sarà l’esercito russo ad occuparsi della questione».
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