Putin, lo storico Garbuzov licenziato per un articolo anti-propaganda: «Russia, un ex impero con la sindrome post-imperiale»

Lo studioso ha descritto l'assurdità della propaganda di stato, condannando la retorica anti-occidentale e smontando le ambizioni imperiali del Cremlino

Russia, lo storico Garbuzov licenziato per un articolo anti-Putin: «Siamo un ex impero con la sindrome post-imperiale»
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Sabato 2 Settembre 2023, 15:32 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 13:33

«La Russia? Un ex impero». A seguito di queste parole Valery Garbuzov, storico ed analista russo, è stato licenziato dalla carica di direttore dell'Istituto per gli studi statunitensi e canadesi dell'Accademia russa delle scienze, una istituzione liberale e aperta. Aveva pubblicato nei giorni scorsi un lungo articolo in cui descriveva l'assurdità della propaganda di stato, condannava la retorica anti-occidentale e smontava le ambizioni imperiali del Cremlino.

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«Russia, un ex impero con la sindrome post-imperiale»

«Ci sono oggi solamente due imperi informali sul pianeta, gli Stati Uniti e la Cina.

La Russia è un ex impero, l'erede della super potenza sovietica, che patisce di una dolorosa sindrome per la perdita della grandezza imperiale», aveva scritto Garbuzov nell'articolo pubblicato alla fine di agosto dalla Nezavissima Gazeta e sul sito della Riac, il Consiglio russo per le relazioni internazionali, 'think tank' finanziato dal Cremlino, da cui è stato poi cancellato.

«Il fatto che oggi la Russia esibisca una pronunciata sindrome post imperiale è più un modello tragico che una anomalia storica. La sua peculiarità è che non è comparsa immediatamente dopo il collasso dell'Urss nel 1991, ma si è fatta sentire molto tempo dopo, quando Putin à arrivato al potere. Più di 30 anni dopo la sindrome ritardata, alla cui comparsa non si era data in precedenza grande importanza, ha assunto un carattere minacciosa», ha aggiunto Garbuzov.

«La Russia sostituisce le illusioni di una informazione reale e si pone in un tempo congelato, nel suo fare affidamento per il Padre Zar, cercando senza speranza di ritornare alla sua grandeur perduta, ai suoi territori perduti e alla influenza globale perduta. La Russia che oggi sta attraversando la estremamente dolorosa sindrome post imperiale, sta anche cercando di definire un suo proprio programma geopolitico globale. Ma è ancora troppo eclettico, traballante e instabile».

Questo equilibrio, prosegue l'analista, è basato su «un insieme di idee di eurasianismo, del "mondo russo", di un confronto aggressivo anti americano con il mondo unipolare e l'Occidente "decadente" nel suo insieme. Contiene anche le idee di democrazia sovrana, popolo profondo, nostalgia per i valori tradizionali e la fede ortodossa. Tutti questi elementi sono tenuti insieme da una colla conservatrice che connette queste componenti diverse. Lo scopo di tutto questo è abbastanza ovvio: far precipitare la società in un mondo di illusioni accompagnate da una retorica patriottica e da grande potenza il mantenimento deliberato e indefinito del potere a qualsiasi costo, delle proprietà e del regime politico da parte delle elite attualmente al potere e elle oligarchie che le sono integrate».

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