Come sperasse di farla franca non si sa. Fatto sta che la verità è venuta a galla quando la zia di Louise, Heather Marshall, ha assunto il ruolo di seconda procura nell'aprile 2017 e ha deciso di mettere a fuoco una serie di situazioni che non le quadravano circa l'operato della nipote che lavorava come impiegata in uno studio medico di Oldham, vicino a Manchester, e non aveva certo uno stipendio da nababbo, eppure postava sui social foto che la ritraevano in vacanza o in ristoranti di lusso. Dopo aver fatto un po' di accertamenti sui conti e dopo essere venuta a sapere dei debiti con la casa di cura, ha affrontato la nipote in un duro faccia a faccia, dopo il quale Louise ha scritto una lettera a tutti i suoi familiari sostenendo di aver pensato che sua nonna le avesse permesso di prendere i soldi per aiutarla nelle esigenze quotidiane. Evidentemente pensava che tra le "esigenze quotidiane" rientrassero anche vacanze da sogno e prodotti di lusso. E probabilmente lo pensava anche il marito, che sulla provenienza di quel denaro qualche domanda deve pur essersela posta.
Nella sua lettera di scuse, però, Louise non deve però essere stata molto convincente, visto che i familiari l'hanno spedita dritta dritta davanti al tribunale di Manchester, dove è scoppiata in lacrime e ha dovuto ammettere tutte le accuse che le erano state rivolte. Il giudice Bernard Lever, dal canto suo, dopo averla recentemente condannata a 18 mesi di carcere, ha preso una decisione insolita: Louise, che nel frattempo ha perso il lavoro, resterà in prigione fino al 21 dicembre per poi essere ricondotta in tribunale per vedere se sarà il caso di farle trascorrere il Natale dietro le sbarre. «Quello che la signora Shaw ha fatto è stato spregevole - ha detto il giudice - ma il suo crimine non è stato commesso dai suoi figli di 11 e 13 anni. E' solo per loro che valuterò se sospendere la pena, obbligarla a un lavoro non retribuito e concederle di vedere i suoi figli e tornare a casa per Natale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA