Guerra Ucraina, perché il Mar Nero è così importante? Dall'isola dei Serpenti ai droni, ecco la posta in palio

In quel fazzoletto del pianeta è avvenuto un episodio che secondo alcuni ha rischiato di rappresentare le prove generali dell'inizio di un conflitto tra le grandi potenze Usa e Russia

Guerra Ucraina, perché il Mar Nero è così importante? Dall'isola dei ùSserpenti ai droni, ecco la posta in palio
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 17 Marzo 2023, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 11:17

Martedì mattina un drone americano Mq-9 Reaper era partito da una base militare in Romania e stava sorvolando il Mar Nero nello spazio aereo internazionale. È stato intercettato da dua caccia russi Su-27s che lo hanno avvicinato, lo hanno seguito, fino a quando uno dei jet ha scaricato sul drone il carburante per poi abbatterlo. In quel fazzoletto del pianeta, nella parte occidentale del Mar Nero, è avvenuto un episodio che secondo alcuni ha rischiato di rappresentare le prove generali dell'inizio di un conflitto tra le grandi potenze Usa e Russia.

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Mar Nero, l'epicentro delle tensioni

Il Mar Nero, da quando è iniziata l'aggressione russa dell'Ucraina, il 24 febbraio 2022, sta diventando l'epicentro delle tensioni. D'altra parte nel decennio precedente c'era stato il prequel, con l'occupazione ordinata da Putin della penisola della Crimea.

E proprio sul Mar Nero si è svolto, tra realtà e propaganda, uno degli episodi simbolici di questa guerra, visto che quando i russi attaccarono la base dell'isola dei Serpenti si narra che il comandante ucraino, alla richiesta di arrendersi, rispose «andate a...».

I russi presero l'isola ma a maggio l' abbandonarono. Ma è proprio sul Mar Nero che si muovono le navi militari russe da cui partono i bombardamenti feroci di molte città ucraine. È sul Mar Nero, però, che la Russia ha subito alcune delle umiliazioni più cocenti di questa guerra, come la perdita dell'incrociatore Moskva, nave ammiraglia, affondata il 14 aprile dopo essere stata colpita, secondo gli ucraini, da missili la sera precedente (per i russi è stato un incidente, ma questa versione rischia di essere perfino più umiliante). Sempre sul Mar Nero (a ridosso del Mar d'Azov che di fatto è una sua sezione) fu danneggiato da un attentato il Ponte Kerch, opera faraonica russa, l'8 ottobre.

I simboli e l'importanza del Mar Nero

È ricco di simboli, ma anche di luoghi decisivi per questa guerra e per il futuro del pianeta, il Mar Nero: a ovest c'è Odessa, la storica città portuale, patrimonio dell'Unesco, che Putin non è ancora riuscito a prendere ma che ciclicamente fa bombardare. Dal Mar Nero parte il grano ucraino, che sfama molte nazioni, su cui è stato necessario un delicato accordo (in scadenza) grazie alla mediazione della Turchia. E a sud del Mar Nero proprio la Turchia controlla la fondamentale e cruciale porta d'entrata di questo mare, lo stretto del Bosforo.

La Turchia è al contempo un paese Nato, ma anche un mediatore in questa storia che non ha mai interrotto le relazioni, anche economiche, con Mosca. A Ovest bisogna tornare alle coste romene, da dove era partito il drone Usa, e fermarsi alla base aerea di Costanza, cruciale avamposto Nato. All'aeroporto Mihail Kogailniceanu da metà novembre si è completato il posizionamento della Task Force Air italiana Gladiator, con gli Ef 2000 Eurofighter, che come spiegò nell'autunno scorso il Ministero della Difesa contribuiscono «a rafforzare l'attività di sorveglianza svolte dalla Nato sul fianco est dell'Alleanza atlantica».

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Il reportage di Der Spiegel

Secondo un reportage di Der Spiegel che descrive l'importanza della base romena di Costanza sul Mar Nero «fino a 10mila truppe statunitensi saranno si stanza nel sito nei prossimi anni, e molti la descrivono come un equivalente romeno della base Usa di Ramstein, in Germania. Ci sono già migliaia di americani, insieme a militari francesi, olandesi, italiani, tedeschi e belgi».

Ricapitolando, guardando al Mar Nero come se fosse un quadrato: nel lato Ovest, ci sono Bulgaria e soprattutto la Romania, con la presenza Nato della base di Costanza: nel lato meridionale c'è la Turchia che controlla lo stretto del Bosforo e dunque di fatto chi entra ed esce dal Mar Nero; nel lato settentrionale c'è in parte la resistenza ucraina, che ha bloccato l'avanzata russa a Mikhailov e che continua saldamente a controllare Odessa, porto cruciale anche per l'esportazione del grano, in parte c'è la presenza russa, che ha occupato la penisola della Crimea e dunque anche il Mar d'Azov, dopo il feroce assedio di Mariupol.

Ma le tensioni non mancano anche nell'ultimo lato, quello orientale, in parte russo, in parte georgiano, dove l'Abcasia, rivendicata dalla Georgia, si è proclamata indipendente finendo nell'orbita della Federazione russa, da cui dipende.

Eppure, in un mare in cui si decide l'esito della guerra, c'è anche altro. A Est Sochi, città russa che ha anche ospitato le olimpiadi e il Gran premio di Formula 1, affacciata sul Mar Nero, è una importante località turistica che sta vivendo un boom perché viene scelta dai benestanti russi che non si possono permettere Dubai e a cui i viaggi in Europa sono vietati. Nell'altro lato, la stessa Costanza, ma anche Varna (chiamata la Perla del Mar Nero, in Bulgaria) attendono una invasione di turisti per l'estate. 

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