Kosovo nuova Ucraina? Rischio invasione da parte della Serbia (con l'aiuto di Putin): caricate armi al confine

Per il leader russo sarebbe un modo di deviare l'interesse internazionale dalla guerra in Ucraina

Kosovo nuova Ucraina? Rischio invasione della Serbia (con l'appoggio di Putin): caricate armi al confine
di Raffaella Troili
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Mercoledì 10 Aprile 2024, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 09:20

«Prima che la polizia kosovara inizi il pattugliamento del confine con la Serbia, carica l'auto di armi: AK-47 fissati sul retro dei sedili, pistole gettate nel vano piedi e droni e giubbotti antiproiettile infilati nel bagagliaio della Land Rover». Il reportage di The Telegraph, sito web del Regno Unito, segnala come l'imponente armamento sia ormai «il protocollo standard su una delle frontiere più instabili del continente europeo». Quando le persone chiedono a Venton Elshani, il vice comandante della polizia del Kosovo settentrionale, com'è la situazione, lui semplicemente mostra loro i preparativi che fa per il pattugliamento: «Vedi le armi? - ha detto, prima di portare il Telegraph al confine - queste devono essere trasportati dagli agenti di polizia. La situazione non è buona». Da quando il Kosovo ha ottenuto l'indipendenza dalla Jugoslavia in una guerra terminata nel 1999, ha ospitato una piccola comunità di etnia serba nella regione di confine settentrionale.

I TIMORI

Le tensioni con la maggioranza etnica albanese sono aumentate ultimamente.

Alexander Vucic, presidente della Serbia, ha accennato ad un'invasione. I nazionalisti lo spingono ad agire per “proteggere” i serbi costretti a vivere sotto il dominio kosovaro. I timori di una nuova guerra aumentarono nel 2023, quando un gruppo di uomini armati serbi fece irruzione attraverso il confine nel villaggio settentrionale di Banjska e si barricò nel suo monastero. Tre dei presunti 30 militanti sono stati uccisi in una sparatoria. Uno degli uomini del comandante Elshani ha perso la vita nel fuoco incrociato. Da quel giorno l'ufficiale e la sua squadra hanno condotto pattugliamenti giornalieri nella regione di confine dominata dalla Serbia, alla ricerca di strade illegali verso la Serbia, del tipo utilizzato dagli uomini armati nel loro assalto. «Conosciamo queste strade meglio di chiunque altro - ha raccontato a Telegraph il comandante Elshani mentre la pattuglia si faceva strada attraverso le montagne - I serbi non possono costruire una strada che non troveremo»

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Secondo l'ultimo conteggio, la polizia ha identificato 65 strade illegali, tutte bloccate da grandi fossati scavati nel cemento. Altre 10 strade sono tenute sotto costante sorveglianza, principalmente tramite droni. La presenza costante nella regione a maggioranza serba ha inviato a Belgrado il messaggio che il Kosovo sta proteggendo i suoi confini, ha detto il comandante Elshani. «Banjska ha cambiato il gioco, ha portato il gioco ad un altro livello a causa delle morti - ha detto - Quando viene versato il sangue, allora è un problema». Gli analisti avvertono che la propaganda del Cremlino sta alimentando i disordini nel nord del Paese, dove il 93% è albanese e il 4% serbo. La maggioranza dei serbi in Kosovo considera ancora Belgrado, che non ha mai riconosciuto l'indipendenza del Kosovo, come il proprio governo. Dopo l'assedio, le autorità hanno scoperto un enorme deposito di armi che gli aggressori avevano nascosto in edifici in disuso intorno ai villaggi del nord. Solo poche settimane fa sono stati scoperti altri cinque lanciarazzi, segno della portata dell'attacco pianificato. In un'intervista con The Telegraph, Albin Kurti , il primo ministro del Kosovo, ha avvertito che Vucic, il presidente della Serbia, intende invadere. Lui ha detto che la Serbia ha costruito basi operative avanzate attorno al confine a forma di «ferro di cavallo» per «difendere Belgrado e attaccare il Kosovo».

L'INTERESSE DEL CREMLINO

Basandosi sulle parole dello stesso presidente Vucic, Kurti ritiene che il presidente serbo stia aspettando l'opportunità di invadere. Secondo l'analisi di Telegraph, l'amicizia di Vucic con Vladimir Putin è ben nota, e Kurti ritiene che sia nell'interesse del leader russo che la Serbia invada il Kosovo, poiché ciò distrarrebbe dalla sua guerra in Ucraina. «Scendendo dalla montagna, al ponte di Mitrovica che si trova a cavallo del fiume Ibar, la bandiera rossa, bianca e blu della Serbia sventola ovunque. Un tempo questo ponte era un “punto caldo”, una divisione informale tra la regione di confine settentrionale del Kosovo e il sud di etnia albanese. Le cose sembrano tranquille mentre i pedoni camminano liberamente tra i due lati. Ma c’è un sottofondo di tensione. Alcuni residenti di etnia serba del nord vedono chiunque entri nel sud come un traditore, tradendo le ferite non rimarginate dello spargimento di sangue degli anni '90. Le auto non possono ancora attraversare il ponte, impedito da un blocco e dalla presenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7, di due Land Rover della polizia, una parcheggiata rivolta a sud e l'altra a nord. La polizia ha affermato che queste precauzioni sono essenziali per mantenere la stabilità nell’area».

IL RECLUTAMENTO

Circolano poi voci secondo cui Putin avrebbe reclutato serbi per combattere nel suo esercito contro l'Ucraina e mentre il Telegraph viaggiava per il nord, la solidarietà con la Russia era onnipresente. La lettera “Z” era stata scritta sui lati di negozi, caffè e abitazioni. Kurti ha detto: «Questo è il bacino da cui la Russia recluterà i futuri aspiranti paramilitari Wagner per l’Ucraina e i Balcani». Su un segnale stradale, qualcuno aveva scritto le parole "F... You Nato", un avvertimento alla presenza di pace della KFOR, che è di stanza in Kosovo dal 1999. Come la polizia, conducono pattuglie, tenendo d’occhio quella che chiamano la linea di confine amministrativo, un tratto di terra di 237 miglia che divide il Kosovo e la Serbia. Il Primo Tenente Caldwell della Guardia Nazionale della Georgia, che costituisce il contributo americano alla KFOR, ha affermato che il loro compito è quello di individuare chiunque intenda svolgere attività ostili. Ha sottolineato l’importanza di “tagliare” le strade illegali per impedire ai trafficanti di entrare in Kosovo. Ha detto che se ne stanno costruendo di più quando possibile. Per il comandante Elshani, i suoi uomini si stanno addestrando per un attacco. «Non è una sorpresa che Vucic voglia invadere - ha detto - Possono spararci ma non possono spaventarci».

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