Gantz-Netanyahu testa a testa
In Israele decisivo Lieberman

Gantz-Netanyahu testa a testa In Israele decisivo Lieberman
di Simona Verrazzo
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Martedì 17 Settembre 2019, 19:11 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 08:17

Dopo i primi exit poll, la domanda più ricorrente ieri sera in Israele era la seguente: tramonta l’era di Netanyahu? Il premier uscente, infatti, non avrebbe la maggioranza per un nuovo governo di destra, secondo i primi exit poll di Canale 13. La coalizione guidata da Bibi si fermerebbe a 56 seggi, contro i 59 di quella di centrosinistra dello sfidante Benny Gantz, anch’essa impossibilitata a raggiungere la soglia dei 61 seggi su 120 alla Knesset. Avigdor Lieberman, il nazionalista laico di Israel Beitenu, si conferma così nuovamente decisivo con i suoi 8/10 seggi.

Tanto che in tarda serata, a scrutinio ancora in corso, ha lanciato la sua proposta: «A questo punto ci vuole un governo nazionale, liberale, allargato con Blu Bianco, Likud e Israel Beitenu. C’è una situazione di emergenza nella sicurezza e nell’economia e questo richiede subito un governo allargato. Noi saremmo contenti di farne parte ma altrimenti - ha aggiunto - non c’è problema». 

I primi dati sulle elezioni attribuiscono a Blu-Bianco di Gantz 33 seggi contro i 31 del Likud, mentre Canale 12 ne accredita 34 a Blu-Bianco e 33 al Likud. La tv pubblica è l’unica a dare i due partiti perfettamente appaiati a 31 seggi. Quindi, Gantz avanti ma senza maggioranza.

GRANDE INCERTEZZA
Mai come in questa occasione il risultato è stato incerto fino all’ultimo, mentre l’affluenza (69,4%) è stata maggiore di circa un punto e mezzo punti rispetto a quella dello scorso aprile. Del resto a certificare la difficoltà di una battaglia all’ultimo voto è stato lo stesso Netanyahu che ha citato il presidente Usa: «Trump ha detto ieri che queste elezioni sono serrate ed io posso confermarvelo», ha annunciato dopo aver votato insieme alla moglie Sarah nel seggio elettorale a Gerusalemme, non distante dalla residenza ufficiale del primo ministro. «Faccio appello a tutti i cittadini - aveva aggiunto - ad andare a votare come abbiamo fatto noi due». Netanyahu ha martellato tutto il giorno sui social spingendo i suoi alle urne. E, come nel precedente voto di aprile, ha più volte gridato al lupo ammonendo che il centrosinistra, come gli arabi, stava andando in massa ai seggi. «L’unico modo di vincere è non sprecare il voto con altri partiti che non supereranno la soglia di ingresso alla Knesset come Otzmà (i radicali di destra), oppure la lista di Naftali Bennett e Ayelet Shaked. Votate Likud».

Rispetto allo scorso 9 aprile, viene confermato da un lato il tracollo del Partito laburista, che non ottiene più di 6 seggi, dall’altro l’avanzata della destra religiosa. I tre partiti ortodossi incassano tutti un buon risultato: Shas e Giudaismo Unito nella Torah non meno di 8 seggi a testa, mentre il blocco Yamina della ex ministra della Giustizia, Ayelet Shaker, si attesta tra i 6 e gli 8 seggi. La vera sorpresa è stato il boom di Lista Unita, che riunisce diverse formazioni arabe, arrivando a ottenere tra gli 12 e i 15 seggi e attestandosi così come il terzo partito.
  
IL RIVALE
Il grande rivale di Netanyahu, Benny Gantz, ha votato insieme alla moglie vicino alla propria abitazione in un seggio di Rosh ha-Ayn, a nord-est di Tel Aviv. Anche da parte sua l’invito ad andare a votare che è stato un po’ il ritornello di tutti i protagonisti delle elezioni. «Oggi - ha sottolineato Gantz - votiamo per il cambiamento. Avremo successo nel riportare la speranza, senza corruzione e senza estremismo». Mentre il suo maggiore alleato, Yair Lapid, ha affermato che «questo è un tempo di emergenza per la democrazia» di Israele. Fatto sta che l’appello di tutti i partiti sembra sia stato accolto: l’affluenza è stata di circa il 2% in più sin da ieri mattina rispetto alle precedenti elezioni.

Ora toccherà al presidente Rivlin dare al voto lo sbocco politico: a partire dal 25 settembre prossimo quando, una volta pubblicati i risultati ufficiali, avvierà le consultazioni che avvengono però nella strettoia delle festività ebraiche più importanti dell’anno. La sua promessa - al momento del voto - è stata che farà di tutto per dare in breve tempo agli israeliani un nuovo governo. Ma va ricordato anche che il 2 ottobre ci sarà l’audizione di garanzia per Netanyahu dalla quale potrebbe uscire definitivamente incriminato per corruzione e frode.
 

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