Gaza, la Striscia-fantasma: più di mille crateri in 10 km, la devastazione dei bombardamenti vista dal satellite

Zone residenziali rase al suolo, in una si contano 100 voragini

Gaza, la Striscia-fantasma: più di mille crateri in 10 km, la devastazione dei bombardamenti vista dal satellite
di Raffaella Troili
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Sabato 4 Novembre 2023, 23:59 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 10:44

Non è un pianeta lontano e deserto, ma quel che resta di Gaza. Anche il mare sembra cauto, impaurito, quasi immobile. Le immagini satellitari della Striscia di Gaza settentrionale evidenziano oltre mille crateri in un raggio di circa 10 chilometri quadrati dovuti ai pesanti bombardamenti a cui è stata sottoposta l’area da parte dell’esercito israeliano. La mappa di Planet Labs pubblicata da The Guardian mostra una città fantasma, ricorda scenari lunari, in realtà intorno a quelle enormi voragini ci sono stati morti, feriti, soccorsi e pianti. 
Zone residenziali, scuole, un ospedale devastati, edifici completamente rasi al suolo.

L’immagine è stata scattata il 30 ottobre.

Si contano muri di confine sfondati, miriadi di piccoli crateri in una zona agricola, percorsi demoliti per permettere l’accesso di veicoli militari e nuovi percorsi creati nei campi dall’Idf per evitare la posa di mine da parte di Hamas. Non tutti i crateri sembrano essere evidenziati, alcuni sono sparsi qua e là tra serre e terreni, vicino al percorso stradale non passa inosservato uno di ben 17,6 metri. Scendendo sulla via Al-Rasheed, detta “la strada della spiaggia”, a ridosso del mare, si incontrano oltre 60 veicoli militari in una piccola area circondata da banchi di terra a mo’ di protezione, altri sono in transito. Qui, venerdì scorso un gruppo di civili palestinesi sono stati massacrati mentre tentavano di scendere verso il sud della Striscia, forse usati come scudi umani da Hamas, forse vittima di bombardamenti israeliani. I loro corpi sono rimasti a terra, senza vita.


Ecco la scuola di Manama, a Beit Lahia, l’edificio è pressoché distrutto e circondato da crateri importanti. Poco lontano altre abitazioni devastate, sono gli stessi scheletri di palazzine in macerie che in questi lunghi giorni hanno visto tutti “da vicino” veicolate dai media e dai social. A Beit Lahia, missili israeliani hanno colpito molte abitazioni anche in passato motivando gli attacchi alle aree residenziali, con il fatto che all’interno si nascondevano centri di comando di Hamas e avvertendo la popolazione di allontanarsi dai palazzi. Ma in questi giorni i massacri non hanno risparmiato vittime innocenti. Tra l’altro per capire da vicino il senso di desolazione che rimandano anche le immagini satellitari, a Beit Lahia funziona ancora l’ospedale, vicino al campo profughi di Jabalya, dove sono avvenuti pesanti attacchi aerei israeliani. Il portavoce del ministero della Salute, Ashraf Al-Qudra, ha detto giovedì scorso che l’ospedale sta funzionando con un piccolo generatore di riserva, ma sono state spente le luci, i generatori di ossigeno, anche i frigoriferi della camera mortuaria non funzionano. 

VILLAGGI DESERTI

Tutt’intorno piccoli villaggi senza vita costellati da piccoli e grandi crateri. Come la Scuola femminile Prince Nayef e la moschea Al Hoda wa Al Noor distrutta durante un attacco aereo. Veicoli blindati laddove c’erano alberi, un enorme cratere di 19 metri in un’area poco distante dal mare. In una zona residenziale centrale larga appena mezzo chilometro e gravemente bombardata sono visibili 100 crateri, alcuni grandi fino a 45 piedi (13,9 metri). Forse i superstiti hanno pensato di trovare rifugio nel non lontano ospedale Al Karama, fuori uso per i bombardamenti dal 17 ottobre, ha fatto sapere il ministero della Sanità. Un cratere di quasi 18 metri incombe al suo fianco. Tutta l’area è stata oggetto di devastazione, una colonna di fumo bianca ha invaso le strade, mentre gli edifici nel quartiere residenziale erano devastati dalle fiamme. Una distruzione iniziata all’indomani del crudele assalto di Hamas del 7 ottobre. Da allora Israele ha dichiarato di aver lanciato più di 8mila munizioni su Gaza, colpendo oltre 12mila obiettivi. E anche da lontano, dal satellite, le immagini non attutiscono, anzi, il senso di impotenza e dolore.

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