F-16 e Gripen all'Ucraina, Zelensky esulta per i caccia: «Ora la Russia ha paura», ma i jet potranno essere usati solo nel 2024 (e con limiti)

Serviranno mesi per l'addestramento dei piloti e per adeguare le strutture logistiche dell'aeronautica militare di Kiev

F-16 e Gripen all'Ucraina, Zelesky esulta per i caccia: «Ora la Russia ha paura», ma i jet potranno essura usati solo nel 2024
di Paolo Ricci Bitti
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Lunedì 21 Agosto 2023, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 17:41

Zelensky sorride e dice «che ora la Russia avrà paura» e lo si può comprendere: presto tornerà a Kiev con in tasca l'ok al trasferimento di 61 caccia F-16 Falcon (falcone) donati da Olanda (42 esemplari) e Danimarca con il benestare degli Stati Uniti. Ma non basta: la Svezia potrebbe aggiungere ai ragali anche qualche Saab Jas 39 Gripen (grifone), tutt'un altro velivolo rispetto al Falcon, jet monomotore bisonico che vanta mezzo secolo di servizio, anche se gli aggiornamenti a  motore e soprattutto avionica ne tengono alti la qualità. 

In arrivo a Kiev 42 caccia

Tra logistica e addestramento dei piloti serviranno però almeno sei mesi per vedere i jet con le nuove coccarde ucraine decollare con piena capacità bellica: che cosa può accadere nel frattempo? E che cosa farà la Russia per fronteggiare il prossimo "peso" degli avversari nei cieli del conflitto? 

Forse dietro al dono di questi caccia (che Olanda e Danimarca stavano comunque cedendo o dismettendo) c'è in realtà il tentativo di fare pressione su Mosca per accelerare l'apertura delle trattative di pace.  Una spiegazione in liena con gli ultimi atteggiamenti di Biden che sembrano temere sempre più una lunga duranta del conflitto (siamo già a 18 mesi) spingendo quindi verso una soluzione diplomatica.

Prevedibile invece la reazione russa alla notizia arrivata dall'olanda: «Il dono di questi caccia all'Ucraina inasprirà la guerra». Frase scontata anche percé, almeno per adesso, la Russia, in fatto di guerra aerea, teme assai più i sistemi missilistici di contraerea americani ed europei che sono stati forniti a Kiev. I Patriotm ad esempio, hanno già abbattuto 

Danimarca e Olanda complessivamente hanno avuto il linea circa trecento F-16 e li hanno via via dismessi o ceduti: ne hanno ancora in servizio un centinaio, aerei che prima della scoppio della guerra erano destinati a uscire dalle loro forze armate. Il caccia americano, ancora usato ad esempio da Israele e Turchia e per 10 anni anche dall'Italia all'inizio del millennio,  ha mezzo secolo di servizio, ma per l'aeronautica militare ucraina rappresenta comunque una manna vitale.

C'è innanzitutto il problema del lungo periodo di addestramento dei piloti ucraini che comunque da oltre vent'anni si rapportono ai colleghi americani che li giudicano con voti assai alti

L'F-16 non si pilota in maniera tradizionale, la cloche in mezzo alle gambe è sostituita da un joystick a destra nell'abitacolo. Joystick come quello dei videogiochi? Sì, il General Dynamics F-16 Fighting Falcon è stato il primo caccia ad utilizzare questo sistema che richiede grande sensibilità ma che permette al tempo stesso un'eccezionale manovrabilità dovuta anche all'assetto "sbandato" voluto dai progettisti che richiede continue correzioni soprattutto a basse velocità. Ora il joystick è più comune (anche un "bestione" come l'Airbus 380 da 800 passeggeri si pilota così) ma per i piloti ucraini non sarà immediato abituarsi: ovvero, il "manico" consentirà loro di decollare e volare senza problemi in brevissimo tempo, ma non di sfruttare tutte le potenzialità belliche del velivolo e del suo armamento.  Più che il pilotaggio in sè, ci sarà infatti da fare pratica con avionica e strumentazione (in lingua inglese, ma questa è mediamenti ben conosciuta fra questi piloti) a partire dai computer di bordo e dai radar.

E intanto che i piloti si addestreranno, a terra bisognerà allestire strutture adatte ad accogliere gli f-16 e soprattutto a formare i tecnici che dovranno mantenerli in efficienza. E anche qui sono mesi che se ne vanno.

I limiti d'uso

La Danimarca ha specificato che i gli F-16 donati dovranno essere usati solo sui cieli dell'Ucraina, ma questo era scontato e gli Ucraini lo sanno bene che non potranno attaccare Mosca con gli ex jet danesi o olandesi. E già adesso gli aerei russi, in genere, restano ben al di fuori dei confini ucraini, tanto possono sganciare missili e bombe plananti che proseguono verso il bersagio senza dover fermarsi alla frontiera. Ma poi la dichiarazione danese vale quello che vale: protesterà Copenaghen se uno dei suoi ex  F-16 sgancerà dalla verticale dell'Ucraina un missile aria-aria diretto a un aereo russo al di là del confine. E il cielo della Crimea come va considerato? E le acque del mar Nero.    

Il gioiello svedese

Tempi infine ancora più lunghi per l'arrivo e l'uso dei velivoli svedesi Gripen, che nell'abitacolo hanno la cloche nella posizione tradizione, ovvero fra le gambe del pilota,  è invece entrato in servizio nel 1996 ed è considerato un aereo di quarta generazione e mezza con un avionica e un armamento all'avanguardia in grado di fronteggiare i migliori modelli della Russia: non il Su-57 (di cui tuttavia Mosca ha per ora solo una decina di esemplari tenuti al sicuro perché poi devono anche essere venduti al altre nazioni), ma almeno il Su-35 di pari generazione. Non risulta, infine, che un Gripen sia mai stato usato in un teatro bellico.

 

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