Elezioni Olanda, chi è Geert Wilders: l'alleato di Salvini (e fan di Oriana Fallaci) che ha vinto. E cosa cambia in Europa

Il leader del Pvv è noto per la crociata anti-Islam e le posizioni dure sull'immigrazione. I seggi non sembrano abbastanza per governare in coalizione, ma il caso olandese potrebbe avere ripercussioni sulle prossime elezioni europee

Chi è Geert Wilders, l'alleato di Matteo Salvini (e fan di Oriana Fallaci) che ha vinto in Olanda. Cosa cambia in Europa
di Riccardo Palmi
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Giovedì 23 Novembre 2023, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 08:42

Nei sondaggi era la quarta forza: è arrivato primo, e non di poco. Geert Wilders, leader del partito di destra Pvv, è il vincitore delle elezioni in Olanda, anche se i suoi 37 seggi (su 150) potrebbero non bastare per formare un governo di coalizione (si ripeterebbe così quanto accaduto in Spagna e Polonia). Secondo il ticket Laburisti-Verdi di Frans Timmermans, terza la deludente Dilan Yesilgoz (considerata erede di Mark Rutte), ancora dietro il cristiano-democratico Pieter Omtzigt. Dobbiamo «riportare gli olandesi al primo posto», ha detto Wilders in una delle sue prime uscite, aggiungendo che «lo tsunami dell'asilo e l'immigrazione saranno frenati».

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Il percorso

Wilders, nato in una famiglia cattolica di origine indonesiana e olandese, non è un nome nuovo. Siede in Parlamento dalla fine degli anni Novanta e ha fondato il Partito per la Libertà (Pvv) nel 2006. Si dichiara antifascista, anti-islamista e anticomunista. Da agnostico, considera suoi amici cristiani ed ebrei. Più che un reazionario (come lo dipingono alcune biografie) è si avvicina a un profilo iper-liberale dal punto di vista sociale (favorevole a eutanasia, matrimony gay, liberalizzazione delle droghe). Ma è il rapporto con la religione islamica quello che torna più spesso: ha definito l'Islam una «ideologia fascista» e una «religione arretrata, oltre ad aver proposto di vietare le moschee e i Corani nei Paesi Bassi. Nel suo pantheon ci sono Theo Van Gogh (regista assassinato nel 2004 da un estremista islamico) e Oriana Fallaci. Wilders ha raccolto l'eredità di Pim Fortuyn, politico olandese dichiaratamente omosessuale con posizioni anti-immigrazione e anti-islamiche, assassinato poco prima del voto del 2002, con il suo partito in testa nei sondaggi.

Wilders invece da anni vive sotto scorta.

«Ora basta. I Paesi Bassi non ne possono più. Dobbiamo pensare prima di tutto al nostro popolo. Frontiere chiuse. Zero richiedenti asilo», ha detto Wilders in un dibattito televisivo alla vigilia delle elezioni. Sulle sue spalle una condanna per discriminazione: nel 2014 in un comizio chiese alla folla se volesse più o meno cittadini di origine marocchina: «Meno!», gridò la folla. «Ce ne occuperemo noi», replicò Wilder. Nel 2021, quando la Corte Suprema confermò la condanna, parò di «caccia alle streghe». 

Come cambia per l'Europa

Al Parlamento Europeo, il Pvv siede nel gruppo Identità e Democrazia, con Matteo Salvini e Marine Le Pen. Da sempre con Israele – le manifestazioni pro-Palestina in tutta Europa delle ultime settimane potrebbero avergli dato una mano – è alleato di Likud (il partito di Bibi Netanyahu in Israele) e dell'inglese Nigel Farage (tra i più accesi sostenitori della Brexit). In passato Wilders si oppose alla concessione di fondi con il Pnrr all'Italia (con lo slogan «neanche un centesimo all’Italia»). Il suo inatteso successo, in ogni caso, potrebbe essere un segnale in vista delle prossime elezioni europee: in molti infatti hanno sottolineato come in Spagna e Polonia si siano formati, alla fine, dei governi di centro-sinistra (nel caso polacco, in realtà, Tusk apparteneva più al centro-destra europeista), pur avendo vinto alle urne il Pis di Jaroslaw Kaczynski e i popolari di Alberto Núñez Feijóo.

Alle europee del giugno 2024 però si vota con il proporzionale: per cui eventuali altri exploit come quello di Wilders, se replicati altrove, potrebbero significare uno spostamento dell'asse a destra, che si otterrebbe sommando i popolari (dove siede Forza Italia), Identità e Democrazia della Lega e il gruppo Ecr di Giorgia Meloni. Una "politicizzazione" così netta del Parlamento Ue (con effetti sulla Commissione) sarebbe un inedito, ma lo scenario viene ad oggi considerato improbabile per due ragioni: innanzitutto perché escluso da buona parte dei popolari stessi (che non vogliono governare ad esempio con i tedeschi di Afd o Marine Le Pen) e poi perché i sondaggi scommettono invece su una riedizione dell'asse socialisti-popolari (nessuno dei due gruppi sembra in grado di escludere l'altro). Ma anche Wilders, secondo i sondaggi, doveva arrivare quarto alle elezioni olandesi. 

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