David Cameron, il clamoroso ritorno dell'ex premier: è il nuovo ministro degli Esteri britannico (si era dimesso dopo la Brexit)

L'ex primo ministro entra in Camera dei Lord. James Cleverly al posto della licenziata Braverman

Sunak licenzia Braverman, la ministra degli Interni, per l'attacco alla polizia sulle proteste pro-Palestina. Via al rimpasto di governo
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Lunedì 13 Novembre 2023, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 08:51

Il ritorno clamoroso di David Cameron. L'ex premier - travolto del 2016 dal risultato del referendum sulla Brexit che lui stesso aveva convocato, salvo far poi campagna per il "no" e perdere - è stato designato oggi ministro degli Esteri da Rishi Sunak, l'uomo che l'anno scorso gli ha tolto la palma di più giovane primo ministro della storia moderna del Regno. Cameron, premier Tory dal 2010 al 2016, è stato parallelamente cooptato d'urgenza nella Camera non elettiva dei Lord: non essendo più in Parlamento - cosa obbligatoria per i membri del governo britannico - fin dalle sue dimissioni da deputato di 7 anni fa.

«Il Re è stato lieto di approvare la nomina dell'onorevole David Cameron a Segretario di Stato per gli affari esteri, il Commonwealth e lo sviluppo», si legge in una nota di Downing Street.

Cameron: «Ho avuto dissidi con Sunak ma è un leader capace»

«Sono stato in disaccordo con Rishi Sunak su alcune decisioni individuali» in passato, ma «so che è un leader forte e capace». Così David Cameron, in un post su X, aggiungendo di aver accettato per spirito di «servizio verso il Paese» in un momento di drammatiche «sfide» globali. Tra le sfide globali citate da Cameron il conflitto russo-ucraino e «la crisi in Medio Oriente», sottolineando di voler guidare il Foreign Office nella convinzione che il Regno Unito sia «una Paese internazionale» e debba agire in dialogo stretto con i suoi «alleati» per «far sentire la propria voce» con forza. «Per quanto io sia stato fuori dalla prima linea della politica negli ultimi sette anni - ha poi scritto l'ex premier 57enne - spero che la mia esperienza, come leader del Partito Conservatore per 11 anni e come primo ministro per sei - mi possa assistere nell'aiutare» l'attuale capo del governo.

Il rimpasto di governo

Nel rimpasto del governo britannico James Cleverly, finora ministro degli Esteri, diventa il nuovo titolare in pectore del dicastero dell'Interno designato dal premier Rishi Sunak dopo il siluramento da quest'ultima poltrona della controversa Suella Braverman, falco della destra Tory. Il benservito a Braverman rientra in un rimpasto ampio del governo britannico, che coinvolge poltrone di primissimo piano.

Braverman, cosa è successo

Suella Braverman, falco e beniamina della destra Tory più oltranzista, si è resa protagonista di un inedito attacco a mezzo stampa ai vertici della polizia, da lei accusati di non reprimere a sufficienza gli eccessi attribuiti a frange di partecipanti degli imponenti raduni di protesta filo-palestinesi svoltisi nel Regno Unito per invocare il cessate il fuoco israeliano sulla Striscia di Gaza. Braverman - già al centro di polemiche per la sua retorica durissima sull'immigrazione, assimilata a «un'invasione», o ancora per aver liquidato la condizione dei senzatetto come una «inaccettabile scelta di vita» - ha scritto nel fine settimana un articolo per il Times, non autorizzato da Downing Street nella versione pubblicata, in cui ha imputato alle forze dell'ordine presunti doppi standard di trattamento: più duro nei confronti delle proteste di piazza di naziskin e ultradestra «aggressiva», più soft nei riguardi di quelle che lei stessa ha bollato come «le orde pro Palestina».

 

Parole che hanno suscitato reazioni di sdegno fra le opposizioni, ma anche fra diversi esponenti della maggioranza Tory e nei sindacati di polizia. E a cui sabato hanno fatto seguito le violenze provocate contro gli agenti da qualche centinaio di attivisti dell'estrema destra nazionalista inglese: convocati in piazza a Londra dal tribuno islamofobo Tommy Robinson in una contromanifestazione minore - sbandierata come «anti Hamas» - in risposta all'oceanico ultimo dei cortei filo-palestinesi: corteo record che ha raccolto svariate centinaia di migliaia di partecipanti e che - al contrario della «contromanifestazione» - si è svolto alla fine in larghissima parte senza incidenti significativi.

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