Vivono col telefono in mano, da una parte e dall'altra, dicono che «la guerra non si doveva fare», piangono, le famiglie sono lontane e loro cercano il conforto di amici e colleghi. Sembrerebbero due mondi agli opposti, la moda e il conflitto, ma molte modelle della Milano Fashion Week sono russe, molte ucraine, sfilano sulla stessa passerella e con la stessa ansia aspettano le notizie da casa. La settimana milanese delle sfilate donna autunno inverno è al suo culmine. Ieri ha sfilato Gucci, oggi Dolce e Gabbana, domani ci sarà Giorgio Armani. Ci sono influencer, buyers, giornalisti. Tutti attoniti e angosciati. Due professioniste accettano di condividere i loro pensieri e le loro angosce.
Alina, la modella ucraina
C’è Alina Hladkaia, 24 anni, ucraina di Kiev.
Alina ha un motivo di angoscia in più: «Mia madre è russa. Io dico: “fermate la guerra”. Nessuno dovrebbe mai provare quello che sta vivendo ora la mia gente in Ucraina». In questi giorni Alina sta a Milano. «Fino all’8 marzo lavorerò qui. Poi? Forse andrò da mia sorella oppure dal mio ragazzo. Anche se potessi rientrare, non so se dovrei farlo. Spero che tutto si risolva, ma vedremo». Nella moda si lavora fianco a fianco fra russi e ucraini: «Sì insieme sentiamo le notizie e anche la propaganda che arriva dalla Russia e questo fa paura. Ma non c’è odio fra noi. Ho tanti amici russi che vivono in Russia e altri che vivono in giro per il mondo. E tutti mi scrivono, mi esprimono il loro sostegno. E mi dicono di essere prudente, di stare attenta. Ci sentiamo di continuo». Vere ore di angoscia per la modella: «Ho sempre il telefonino in mano, 24 ore al giorno sette giorni su sette, per sapere come vanno le cose a casa, se stanno tutti bene».
Masha, l'influencer russa
Un’altra angoscia è quella di Masha, Maria Kachanova, cantante, influencer, un passato da modella, con tanti brand italiani e internazionali al suo attivo. Lei è moscovita, a Milano ha studiato all’Istituto Marangoni. «Sono qui per la settimana della moda, come influencer, seguo i fashion show, la street art, lavoro con i fotografi. Il mio piano era tornare a Mosca a marzo, ora non so cosa succederà con i voli. Ci sono voci che non si possa partire da Milano». Anche per Maria il sentimento è di stupore e di dolore: «Ho tanti amici in Ucraina, sono stata lì varie volte, e la mia musica e i miei videoclip li ho fatti in Ucraina. Nessuno si aspettava potesse succedere una cosa del genere. È molto difficile lavorare ora. Continuo a vedere le storie che postano i miei amici. Bisogna lavorare, andare alle sfilate, sorridere, parlare con la gente, ma è difficile, da un punto di vista emotivo è molto, molto dura».
Il conflitto è una preoccupazione in ogni parte del mondo. «Tutti i blogger come me sono in questa situazione - spiega Masha - Tutti ci chiedono cosa ne pensiamo, ma non sai cosa dire, perché vorresti solo la pace. Noi e gli ucraini siamo fratelli, siamo già misti. Io ho i nonni di lì». Certo la situazione è difficile da comprendere guardata dall’estero. «E' difficile avere informazioni, capire bene cosa sta succedendo lì». Ma la gente comune russa cosa pensa secondo lei? «Sicuramente nessuno voleva una guerra, questo è sicuro. È solo una faccenda politica e noi speriamo che questi due presidenti discutano e la guerra si fermi». Anche per i russi la situazione è drammatica? «Sì, anche per noi russi, non puoi viaggiare, non puoi fare la tua vita normale. Adesso non so se posso tornare a casa». Ma si è accorta di un atteggiamento diverso da parte degli italiani nei suoi confronti rispetto al passato? «Sì. Non ho visto atteggiamenti aggressivi. Però, anche nei bar, nei caffè, un italiano, mi ha detto: “Beh cosa vuoi?” Insomma, non vengo trattata con la solita gentilezza». E il suo messaggio qual è? «Nella moda è ancora la stessa cosa, si lavora nello stesso modo. Siamo solo tutti più tristi. Il mio messaggio è che dobbiamo sostenerci l’un l’altro il più possibile».
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