Le Filippine hanno convocato oggi l'ambasciatore cinese per una protesta formale all'indomani delle due collisioni tra navi di Manila e Pechino nelle acque contese del mar Cinese meridionale intorno alla Seconda secca di Thomas. «Stiamo sfruttando appieno tutti i processi diplomatici a nostra disposizione, inclusa la convocazione dell'ambasciatore cinese, cosa che abbiamo fatto questa mattina», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Teresita Daza, secondo i media locali. Le parti si sono lanciate accuse incrociate su azioni «provocatorie, irresponsabili, e illegali» che rischiano di consolidare un'impennata delle tensioni.
La collisione
Le Filippine hanno chiesto alla Cina di fermare gli atti aggressivi nel mar Cinese meridionale, in base a quanto riferito da alcuni suoi funzionari in una conferenza stampa tenuta all'indomani dell'incidente che ha visto un'unità della guardia costiera di Pechino effettuare «manovre di blocco pericolose» che «l'hanno portata a entrare in collisione» con una nave militare filippina.
The Philippines says the dangerous blocking maneuvers of a China Coast Guard vessel caused it to collide w/ an Armed Forces of the Philippines-contracted indigenous resupply boat that was en route to the BRP Sierra Madre, happened within PH EEZ in South China Sea. @straits_times pic.twitter.com/RENLpGQ67h
— Mara Cepeda (@maracepeda) October 22, 2023
L'allarme
Il Dipartimento di Stato americano ha rilasciato una dichiarazione dai toni forti, accusando la guardia costiera cinese di «aver condotto manovre pericolose» e di aver «violato il diritto internazionale interferendo intenzionalmente con l'esercizio della libertà di navigazione in alto mare delle navi filippine». Gli ultimi attriti, con gli Usa impegnati sui conflitti di Ucraina e Israele, sono maturati in un momento di crescente incertezza sul ruolo della difesa americana in Asia, alimentando preoccupazioni ra gli alleati dell'area tra cui Filippine, Corea del Sud e Giappone. Secondo il Trattato di Mutua Difesa del 1951 tra Usa e Filippine, ogni Paese agirebbe «per affrontare i pericoli comuni in conformità con i suoi processi costituzionali» in caso di attacco a uno dei due alleati. Le Filippine hanno ottenuto una vittoria storica nel 2016, quando il tribunale internazionale dell'Aia si schierò a favore di Manila e contro le rivendicazioni della Cina. Sette anni dopo, Pechino ha intensificato le tensioni pubblicando una mappa che rappresenta la gran parte del mar Cinese meridionale come nella sua sovranità, alimentando l'irritazione di Paesi come Filippine, Malesia, Taiwan e Vietnam.