Zara elimina le sostanze pericolose dai vestiti entro il 2020: un successo per Greenpeace

Un'immagine della campagna Detox di Greenpeace
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Martedì 19 Febbraio 2013, 15:47 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 13:43
LA CORUA (Spagna) - Il gruppo Inditex SA, il primo in Europa e il secondo a livello nel settore di confezioni e abbigliamento, composto dai marchi Zara, Pull and Bear, Bershka, Massimo Dutti, Stradivarius, Oysho, Zara Home e Uterque, ha firmato l'impegno per eliminare le sostanze chimiche pericolose dai suoi prodotti entro il 2020. La decisione ha fatto seguito alla pressione dell'opinione pubblica scaturita dalla campagna internazionale «Detox» di Greenpeace. L'impegno di Zara & co. è arrivato dopo la pubblicazione del rapporto di Greenpeace «Toxic Threads: The Big Fashion Stitch-Up»: da quel momento più di 315mila persone hanno aderito alla campagna e oltre 700 persone hanno manifestato fuori dai negozi Zara in tutto il mondo. Inditex controllerà i valori delle emissioni delle sostanze pericolose presso i suoi fornitori, garantendo la giusta informazione a chi vive vicino ai siti industriali, rafforzando il processo di eliminazione degli alchilfenolestossilati dai prodotti e fissando scadenze a breve termine per l'eliminazione delle sostanze pericolose prioritarie. «Greenpeace si complimenta per l'impegno di Zara a realizzare vestiti senza sostanze tossiche - ha spiegato Martin Hojsik, responsabile della campagna «Detox» di Greenpeace International. Se la più grande azienda della moda può farlo, non ci sono scuse per gli altri marchi che devono ripulire la loro catena di fornitura. I consumatori di tutto il mondo hanno fatto sentire la loro voce ed è ora per gli altri marchi come Esprit, Gap e Victoria's Secret di ascoltare i loro clienti e liberarsi urgentemente dalle sostanze tossiche», ha concluso Hojsik.
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