Al Festival di Trento (e online) arriva "Cholitas", la storia delle mitiche alpiniste della Bolivia

Una delle Cholitas arrampica su una parete di ghiaccio
di Stefano Ardito
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 26 Agosto 2020, 16:57

Anche il pubblico italiano, finalmente, può scoprire la storia delle Cholitas, le alpiniste boliviane che salgono le cime più alte delle Ande indossando i loro vestiti tradizionali, dalla bombetta alla “pollera”, una larghissima gonna che ripara dal freddo, ma che sembra poter limitare i loro movimenti.
Il merito è del Trento Film Festival, arrivato alla sua edizione numero 68, che a causa del Covid-19 è slittato di qualche mese (di solito si tiene tra aprile e maggio), e che per evitare problemi sanitari si svolge quasi esclusivamente online.

Ad aprire la rassegna, dal 27 agosto, è “Cholitas”, una appassionante pellicola dei filmmaker spagnoli Jaime Murciego e Pablo Iraburu. Si tratta dell’appassionante racconto della spedizione che, all’inizio del 2019, ha visto cinque di queste colorate signore raggiungere i 6951 metri dell’Aconcagua, la vetta più alta delle Americhe.

Le imprese delle Cholitas non sono solamente alpinismo, ma ricordano a chi le segue il ruolo subordinato delle popolazioni indigene, e ancora di più delle donne, in molte parti dell’America Latina. La parola “cholo”, in quella parte del mondo, viene spesso usata dagli “altri”, cioè dai bianchi, per indicare con un pizzico di disprezzo uomini e donne di origine indigena.

A El Alto, il sobborgo popolare di la Paz che sorge a oltre 4000 metri sul mare, il 99% della popolazione è di etnia Quechua e Aymarà. Qui il vento dell’altopiano non dà tregua, l’ossigeno per i polmoni è poco, coltivare la terra è difficile, la vita è sempre stata molto dura.
Quasi tutte le Cholitas sono mogli, sorelle o figlie di guide che lavorano sulle montagne boliviane. “Abbiamo lavorato per anni come portatrici e come cuoche, un giorno abbiamo deciso che volevamo salire in vetta anche noi” spiega Lidia Huayllas, una delle Cholitas.

Dopo lo Huayna Potosì, 6098 metri, arrivano le vittorie sull’Illimani, 6462 metri, e sul Sajama, 6542 metri, la cima più alta della Bolivia. L’ascensione alla vetta dell’Aconcagua, seguita dalla cinepresa di Iraburu e Murciego e resa possibile da uno sponsor italiano, Montura, è il coronamento di un’avventura sorprendente.  

Negli ultimi mesi, il Covid-19 e il blocco dei voli e dei viaggi danno un durissimo colpo alla piccola industria boliviana dell’alpinismo e del trekking. Le Cholitas Escaladoras de Bolivia, però, non smettono di riflettere, e di fare progetti.
“Mi piace ammirare il paesaggio, il cielo pieno di stelle e i colori dell’alba” racconta Ana Lía Gonzáles Magueño. «Raggiungere una vetta rende felici, è come essere in paradiso. E’ un dono di Pachamama, la dea della fertilità e della terra, in cui crediamo molto».

Tutti i film del Festival di Trento che non superano i 40 minuti di durata possono essere visti gratuitamente sulla piattaforma https://online.trentofestival.it. Per gli altri si può acquistare un abbonamento a 20 euro. I primi 500 spettatori che vorranno vedere “Cholitas”, però, potranno farlo senza spesa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA