Piemonte, circolare della Regione: Ru486 solo con il ricovero, il medico decide che tipo

Piemonte, circolare della Regione: Ru486 solo con il ricovero, il medico decide che tipo
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Venerdì 2 Ottobre 2020, 21:35

In Piemonte l'aborto farmacologico si potrà fare solo in ospedale, ma spetterà al medico, con la direzione sanitaria, valutare a seconda dei casi fra day hospital e ricovero di tre giorni. Lo prevede la circolare inviata ad Asl e Aso dalla Regione, che conferma così la propria contrarietà alle linee di indirizzo emanate lo scorso agosto dal ministero della Salute. «Anche altre regioni abbiano coraggio, prendano esempio e rivendichino una competenza regionale su un tema come questo», è l'auspicio dell'assessore agli Affari legali di Fratelli d'Italia, Maurizio Marrone, che subito dopo l'annuncio delle nuove linee guida da parte del ministro Speranza aveva avviato una verifica sulla compatibilità con la legge 194/1978.

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Gli indirizzi contenuti nella circolare sono condivisi «unanimemente» dalla giunta regionale e dalla maggioranza di centrodestra. Prevede il divieto di aborto farmacologico nei consultori, come indicato invece nelle linee d'indirizzo ministeriali, nonché la possibilità di attivare sportelli informativi negli ospedali piemontesi per «formazioni sociali di base e associazioni del volontariato che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita». Un riconoscimento importante dei consultori come «luoghi di assistenza e approfondimento e non di esecuzione dell'interruzione di gravidanza», secondo Marrone, che definisce il day hospital - a cui all'inizio era contrario - «una scelta soddisfacente nella giusta ottica di tutela della salute della donna rispetto alle tifoserie».

«Si torna a quello che già dovevamo fare dieci anni fa - commenta il radicale Silvio Viale, ginecologo paladino della Ru486 -. È il medico che decide e questo dà oggi il via libera anche agli altri ospedali del Piemonte, dove finora c'era resistenza a fare gli aborti». Per gli altri due punti, invece, «al di là del linguaggio usato non cambia nulla rispetto ad oggi - sostiene - È solo un pò di propaganda». All'attacco della Regione vanno invece Pd e M5s. Per la vicepresidente del Senato Anna Rossomando (Pd) la circolare della Giunta Cirio «rappresenta un passo indietro sul fronte della maternità consapevole e della tutela della salute delle donne e crea una disparità rispetto alle altre regioni italiane e ci batteremo per la modifica di quest'atto». Promette battaglia anche la consigliera regionale 5 Stelle Francesca Frediani. «Il blitz antiabortista della Regione - accusa - presenta evidenti profili di illegittimità. Valuteremo tutte le strade percorribili affinché l'applicazione della legge italiana in materia di interruzione volontaria di gravidanza venga garantita anche in Piemonte, compreso il ricorso al Tar».

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