Referendum per la fusione: Pesaro dice "sì", Mombaroccio grida "no". Il sindaco Ricci: «Peccato, fermiamo tutto»

Referendum per la fusione: Pesaro dice "sì", Mombaroccio grida "no". Il sindaco Ricci: «Peccato, fermiamo tutto»
di Thomas Delbianco
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Lunedì 18 Aprile 2016, 05:34 - Ultimo aggiornamento: 12:58
PESARO – Pesaro dice sì, Mombaroccio grida no. Il referendum sulla fusione per incorporazione tra il capoluogo e il suo piccolo vicino ha prodotto due risultati opposti. Dall'affluenza al risultato.
A Pesaro (dove ha votato il 34,94% dei 77.239 aventi diritto, poco meno del 37,39% relativo al quesito sulle trivelle) il “sì” ha raccolto 17.134 voti (66,26%), quasi il doppio degli 8.723 “no”, (%). Ma Mombaroccio non ci sta, quasi doppiando il dato nazionale dell'affluenza: hanno votato il 58,28% dei 1.853 aventi diritto (ancora più alto per le trivelle, 63,52%) , esprimendosi in 691 per il “no” (65,07%) e in 371 per il “sì” (34,93%).
"C'è dispiacere sincero per Mombaroccio. Perché ritengo che abbia perso un'occasione storica in termini di investimenti e rafforzamento del territorio. Purtroppo ha prevalso la paura di cambiare rispetto alle opportunità che si sarebbero create. Dopodiché la volontà popolare è netta: a Pesaro ha prevalso con chiarezza il sì, a Mombaroccio il no. I referendum si fanno per questo. Ora la parola spetta al sindaco Angelo Vichi e alla Regione. Ma non credo che ci siano affatto le condizioni per andare avanti". Lo dice Matteo Ricci, all'indomani del referendum sulla fusione Pesaro-Mombaroccio. Aggiunge il sindaco: "Il rammarico è sincero, anche perché avremmo voluto destinare 5 milioni per gli investimenti a Mombaroccio. Naturalmente adesso li riprogrammeremo, indirizzandoli sulla città di Pesaro. Entrambi invece – osserva – perdiamo un contributo di 2 milioni all'anno per 10 anni, nella parte corrente del bilancio, che sicuramente sarebbe stato utilissimo per il sociale, le politiche educative, la cultura". Sul futuro: "Continueremo a lavorare per l'aggregazione dei Comuni, perché questa è l'unica strada per il loro rafforzamento. Noi proseguiremo il percorso per l'Unione a otto. E sicuramente saremo promotori di altri processi di fusione".
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