Marina Luzi uccisa a Pesaro con un colpo in mezzo alla fronte, freddata come in un'esecuzione: la ricostruzione dell'orrore

Il giallo di Pesaro: Andrea Marchionni ha ucciso la compagna del fratello. Esclusi i motivi sentimentali e passionali

Marina Luzi uccisa a Pesaro con un colpo in mezzo alla fronte, freddata come in un'esecuzione: la ricostruzione dell'orrore
di Simonetta Marfoglia
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Giovedì 27 Luglio 2023, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 09:27

FOSSOMBRONE - Faccia a faccia sull’uscio di casa tra l’assassino e la vittima. Andrea Marchionni impugna una pistola, una Beretta 98 calibro 9x21, Marina Luzi non capisce nemmeno che sta per morire. Non un grido, nemmeno un tentativo di fuga. La pallottola la centra dritta in fronte, a bruciapelo. Freddata come se l’uomo che ha davanti, suo cognato, fratello del compagno Enrico, dovesse eseguire una sentenza di pena capitale. Quasi un’esecuzione.


I funerali


Un solo colpo, a distanza ravvicinata, su cui oggi si concentreranno gli accertamenti del medico legale Mauro Pesaresi incaricato di eseguire l’autopsia prevista in mattinata, alle 9.30, all’ospedale Santa Croce di Fano.

Non che dall’esame autoptico sulla 40enne, mamma di una bimba di poco più di due anni, gli inquirenti si aspettino chissà che rivelazioni, ma se non altro l’ispezione consentirà di poter restituire la salma alla famiglia tanto che il funerale potrebbe essere fissato già il giorno dopo nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice di Fossombrone per cui il Comune ha già decretato il lutto cittadino. Un addio forse nello stesso giorno dell’udienza di convalida davanti al gip del 47enne Marchionni, dall’altro giorno in carcere a Villa Fastiggi per omicidio volontario.

Marina Luzi uccisa a Fossombrone dal fratello del compagno, la confessione choc: «Ho sparato a mia cognata»

Martedì mattina, mentre in casa accorreva allo sparo il fratello, fuori con la figlioletta, l’uomo, subito dopo aver ammazzato la cognata, si è costituito ai carabinieri, consegnando la pistola e limitandosi a una dichiarazione telegrafica: «Ho ucciso una donna». Poi il silenzio. Un mutismo che dissimula il movente su cui sta indagando il sostituto procuratore di Urbino Simonetta Catani con i carabinieri del reparto operativo al comando di Giuseppe Beltempo, la compagnia di Fano e la stazione di Fossombrone. Ed è il perché il rompicapo da sciogliere. Si può intuire, ipotizzare, sospettare, ma non altro. Almeno al momento. Gli inquirenti anche ieri hanno sentito i familiari, i parenti e gli amici vicini ai Marchionni e ai Luzi, alla ricerca di un appiglio che possa rivelarsi il bandolo di quell’ingarbugliata matassa che è l’animo solitario del 47enne, un artista autodidatta che cercava di esprimersi attraverso i quadri e la riproduzione dei capolavori della pittura ma che, con il Covid, è parso isolarsi ancora di più. Esclusi i motivi sentimentali e passionali, si cerca nel campo dei dissidi, ma al di là di qualche screzio, probabilmente inevitabile nelle famiglie dove la coabitazione è stretta, dividendo la stessa villetta, ai carabinieri non sono mai giunte né segnalazioni e nemmeno voci. Tant’è che, in caso di intervento, avrebbero dovuto togliere anche la pistola che l’uomo deteneva regolarmente dal 2020 per uso sportivo. 


Il sopralluogo


Per dire: martedì quando i carabinieri si sono intrattenuti per ore nell’abitazione di via Pirandello, casa isolata nelle campagne di Piancerreto, nel sopralluogo hanno sequestrato al fratello di Andrea, Enrico, 15 fucili che l’uomo regolarmente deteneva. Questa è la legge. E per la legge Andrea Marchionni era un perfetto sconosciuto. Così come per i servizi sociali o le strutture sanitarie. E ancora sotto molti altri aspetti resta uno sconosciuto. Un enigma da decifrare.
 

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