Offagna, il papà del piccolo Amos trafitto da un cancello: «Hanno cercato di discreditare la mia famiglia»

Sandro Guzzini, il padre del piccolo Amos
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Mercoledì 17 Febbraio 2016, 10:25 - Ultimo aggiornamento: 12:18
«Mi additano come se io fossi la causa del dissesto del Comune di Offagna. E non è una cosa giusta. E poi hanno cercato di addossare le colpe alla madre che stava lì ad aspettarlo. Amos le aveva detto “mamma faccio un ultimo giro in bici...” Non è tornato più. Hanno fatto di tutto per discreditarla. Oggi non ho più parole».

Ha sfogato tutta la sua amarezza davanti alla telecamere del Tg5, Sandro Guzzini, il padre del piccolo Amos. E' tornato a chiedere giustizia per il figlio di 7 anni, che morì nel 1997 finendo in sella a una bicicletta nel dirupo di via Marting Luther King, non adeguatamente segnalato. La mamma, già al tempo separata da Guzzini, lo stava osservando vicino alla porta di casa, quando l'ha visto scivolare e conficcarsi il capo negli spuntoni metallici di un cancello, nel terreno sottostante. Un dolore che nemmeno il tempo può lenire.

Condannato a pagare un risarcimento di 2.200.000 euro per la morte del bambino, il Comune di Offagna rischia di scivolare nel dissesto finanziario. «Non riusciamo a pagare quella somma: siamo un Comune di 1980 abitanti. Questa vicenda è accaduta 18 anni fa e l'ho ereditata ecco perchè mi sono dimesso» si è difeso al microfono il sindaco Stefano Gatto che avrà tempo per ripensarci fino al prossimo 25 febbraio e per evitare il commissariamento del Comune. Ma intanto il paese è diviso e i commenti feriscono la famiglia Guzzini che chiede rispetto.
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