Fano, a giudizio i pirati delle barche di lusso
Ma lo yacht rubato rimane in Egitto

Le concitate fasi dell'arresto
di Elisabetta Rossi
2 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Luglio 2014, 11:28 - Ultimo aggiornamento: 11:52
FANO (Pesaro e Urbino) - Ha ricordato passo dopo passo come sia caduto nel piano architettato per rubargli il suo prezioso yacht. Di quell’uomo (Mario Salucci di Fano) che si era spacciato per marinaio di un ricco armatore interessato all’acquisto dell’imbarcazione. Una messinscena servita a individuare il bottino da arraffare, quel gioiellino galleggiante ormeggiato alla Marina dei Cesari di Fano.



E infatti la mattina dopo quel 22 novembre del 2013, Daniele Radi, patron della Pedini Cucine di Cartoceto, ha trovato solo uno specchio di mare al posto del suo natante da un milione di euro. Ai carabinieri della Compagnia di Fano e del Nucleo investigativo di Pesaro non c’era voluto molto per capire che quello non era stato un furto isolato, ma faceva parte di una serie di colpi grossi di una banda di pirati di yacht di lusso impegnati in un traffico internazionale di riciclaggio di imbarcazioni rubate. Ieri pomeriggio Radi è salito sul banco dei testimoni per ricordare la sua disavventura davanti al collegio del Tribunale di Pesaro e al pm Sante Bascucci, titolare dell’inchiesta. Radi, che si è costituito parte civile assistito dall’avvocato Alberto Bordoni nel processo contro la gang di malviventi (in realtà contro uno solo, Enrico Luidelli, 67 anni, di Lucera, considerato il capo della gang, perché gli altri due imputati sono latitanti e tutti gli altri hanno scelto di patteggiare la pena), non ha ancora potuto riavere il suo yacht che sembra si trovi ancora ad Alessandria d’Egitto. Del suo caso è stato informato anche il console italiano in Egitto, ma al momento pare che non si riesca a sbloccare la situazione e a far ritornare sulla banchina fanese il natante di Radi. Il traffico internazionale era stato scoperto proprio a partire dal furto subìto da Radi. Nelle mire dei militari pesaresi erano finiti oltre una decina di indagati. L’inchiesta era culminata nell’arresto di 16 persone, di cui 7 colti in flagranza di reato a bordo di barche gioiello appena trafugate pronte a finire nelle mani del magnate di turno dall'altra parte del Mediterraneo. Una cinquantina, inoltre, sono stati gli indagati in mezza Italia tra cui imprenditori e armatori compiacenti che, quando la crisi ha stretto i cordoni della borsa, hanno ceduto alla banda il loro gioiellino della nautica a un prezzo stracciato pur di liberarsi delle rate del leasing da pagare. Tra gli arrestati dai carabinieri su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip pesarese cera anche Salucci, 61 anni, residente a Cartoceto, con patente nautica ed esperto navigatore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA