Fano, barche bloccate in porto dalla secca
Drammatico appello: «La pesca muore»

Fano, barche bloccate in porto dalla secca Drammatico appello: «La pesca muore»
di Osvaldo Scatassi
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Venerdì 20 Febbraio 2015, 19:24 - Ultimo aggiornamento: 20:27
FANO (Pesaro e Urbino) - «La pesca a Fano sta morendo». Il de profundis per un settore storico della nostra economia è stato intonato da una società, Coomarpesca, che ne è protagonista da una settantina d’anni.



Spiaggette di sabbia sono tornate ad affiorare vicino alle banchine e dove c’era ancora un po’ di fondale, durante la bassa marea non si andava più sotto del metro e mezzo. «Non ci sono le condizioni per lavorare, non ci resta altro da fare che trasferirci a Pesaro», commentava ieri uno sconsolato Paolo Bragagna, proprietario del peschereccio Paolo I, come tutti gli altri inchiodato all’ormeggio per mancanza di fondale. Una barca ha provato a prendere il largo, ma ha desistito per non incagliarsi alle dune sommerse. Se la ripresa della cantieristica nautica è il sogno, l’attuale realtà del porto è da incubo. «Quando usciamo in mare, le canalette aspirano fango e dopo un po’, nonostante le si pulisca, si blocca il sistema per refrigerare il motore»: questo è, spiega Bragagna, uno dei tanti danni provocati dall’insabbiamento. Servirebbe un dragaggio, ma per il momento manca la certezza dei tempi, che in Regione sono slittati di nuovo. Nella speranza di velocizzali, il sindaco Massimo Seri deve raccomandarsi alla protesta creativa: «Stiamo ragionando su forme di forte pressione». La nostra marineria non vorrebbe traslocare a Pesaro perché, spiega Bragagna, non troverebbe spazi e servizi che ha già a Fano: «Però qui è sempre peggio, ogni mattina rischiamo di rovesciarci in acqua ed è inverosimile che si corra un pericolo del genere. Siamo costretti ad andarcene». Alla stessa drammatica conclusione sono giunti Coomarpesca e il resto degli associati: «Abbiamo già chiesto alla capitaneria di porto se sia possibile trasferirsi a Pesaro».
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