FORMIA
Non è certo degna del Decamerone, ma la spy story in salsa "hot" al Comune di Formia tiene banco ormai da settimane dentro e fuori gli uffici pubblici del sud pontino, dove si conoscono anche i nomi dei protagonisti e i dettagli più piccanti della vicenda denunciata in una lettera fatta recapitare alla fine di febbraio al segretario comunale dell'ente comunale formiano. Lettera firmata, anche se non è chiaro quanto quella firma sia vera. Un racconto che entra nel dettaglio di una scena a cui avrebbe assistito la donna firmataria della missiva, insieme a suo figlio minore: rumori provenire da una stanza chiusa dell'ufficio Servizi sociali del Comune, riconducibili a una coppia che stava consumando un rapporto sessuale in maniera neanche troppo discreta, stando a quanto racconta la firmataria della lettera. Sempre la donna racconta di essere anche riuscita parole sue a filmare l'ultima parte dell'incontro hot - senza immagini, ma dall'audio molto esplicito - e i due protagonisti mentre uscivano dalla stanza una volta terminato l'incontro. Uno era un esponente politico locale, l'altra persona non si sa. La lettera è indirizzata non solo al segretario generale del Comune, ma anche alla questura di Latina e alla prefettura, a cui però non sarebbe stata fatta recapitare. Anche al commissariato di Formia, che figura tra i destinatari, conoscono la lettera per sentito dire ma fisicamente non sarebbe mai arrivata, né via mail né per posta ordinaria.
Un Comune è come un piccolo paese: le voci circolano rapidamente.
Le questioni sono diverse. La prima attiene un aspetto meramente legale: c'è reato nel consumare rapporti intimi in un edificio pubblico? Probabilmente sarà la procura di Cassino a cui sarebbe stato mandato il video, come viene detto nella lettera, a stabilirlo. La seconda questione attiene all'opportunità di fare immediatamente chiarezza su una vicenda alquanto torbida che getta una nuova ombra su un Comune già sotto accusa per i silenzi sulla vicenda del piccolo Giuseppe, morto a 16 anni in un incidente il 6 marzo: affidato al sindaco dopo la revoca della genitorialità alla mamma, non è stato né iscritto a scuola, né gli sono stati rinnovati i benefici della legge 104. La vicenda descritta nella lettera è sicuramente più "leggera", ma comunque scredita l'immagine di un ente pubblico e lede la dignità di chi lavora o solo frequenta quegli uffici comunali e che si trova coinvolto, anche in maniera inconsapevole, in questa storia. Ma finché nessuno parlerà, il pettegolezzo continuerà a serpeggiare.