Truffa sui lavori all'ex colonia "Di Donato" di Formia, scatta il sequestro dei conti

Truffa sui lavori all'ex colonia "Di Donato" di Formia, scatta il sequestro dei conti
2 Minuti di Lettura
Giovedì 16 Novembre 2017, 19:46
I finanzieri del comando provinciale di Latina hanno eseguito un sequestro preventivo d'urgenza per frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica e truffa aggravata ai danni di un ente pubblico. Il provvedimento è stato firmato dal procuratore capo di Cassino Luciano D'Emmanuele e dal Sostituto procuratore Alfredo Mattei,
per un valore complessivo di oltre 230mila euro, nei confronti degli indagati coinvolti, a vario titolo, nei lavori di
riqualificazione dell'immobile denominato "ex colonia Di Donato" a Formia.

Il sequestro delle disponibilità finanziarie è scaturito dalle verifiche eseguite dai militari della Guardia di
Finanza di Formia che hanno consentito di accertare, secondo quanto emerso dalle indagini, irregolarità e difformità nell'esecuzione dei lavori di riqualificazione dell'immobile.

Il provvedimento di sequestro è stato eseguito presso istituti bancari di Formia, Fondi, Gaeta, Latina, Napoli, Roma, Salerno e Rieti ai pubblici funzionari e ai rappresentati della società esecutrice dei lavori. Per i reati ascritti è stato, inoltre, notificato l'avviso di conclusione indagini.

Gli accertamenti della Guardia di finanza hanno fatto emergere che il vasto complesso architettonico dell'ex Colonia "Di Donato" di Formia (oltre 15.000 metri quadrati) risalente al 1300, nell'anno 2011 era stato oggetto di un contratto di comodato d'uso per 25 anni tra il Comune di Formia (proprietario dell'immobile) e l'Ipab SS. Annunziata di Gaeta, ente regionale, che, con finanziamenti concessi dalla Regione Lazio, avrebbe dovuto curare la riqualificazione completa della struttura.

Nell'immobile doveva essere realizzato un centro regionale polivalente al servizio degli emigrati laziali. Gli accertamenti delle fiamme gialle di Formia e la successiva perizia tecnica disposta dal pubblico ministero di Cassino hanno consentito di stabilire non solo la difformità dei lavori rispetto alla progettazione, ma
anche violazioni alle norme sugli appalti pubblici che, sempre secondo le indagini dei finanzieri, avrebbero procurato un danno alle finanze pubbliche per oltre 230mila euro. Così è scattato il sequestro dei fondi. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA