Sono stati rinviati a giudizio, i due 21enni accusati di una violenza sessuale di gruppo avvenuta a Terracina ai danni di una coetanea che di lì a poco avrebbe dovuto sposarsi, giovane che sarebbe stata anche drogata, pesantemente minacciata e filmata per essere sottoposta a un ricatto hard. Una brutta storia emersa da un'indagine nata quasi per caso, partendo dal tentato suicidio della presunta vittima, che nel settembre del 2021 provò a farla finita bevendo dei prodotti utilizzati per le pulizie domestiche, venendo salvata solo dal provvidenziale intervento del personale medico. Il mese successivo gli agenti del Commissariato terracinese arrestarono i due giovani poi imputati, attualmente ristretti ai domiciliari e come la parte lesa appartenenti alla vasta comunità indiana trapiantata in città.
Avrebbero stuprato senza pietà quella ragazza nel maggio del 2020, durante il primo lockdown totale per il Covid-19, dopo aver fatto irruzione nella sua abitazione con i volti parzialmente travisati da mascherine chirurgiche anti-virus. A violenza compiuta, dicono le ricostruzioni, gli aggressori avrebbero intimidito la coetanea facendole pesare la possibilità che il video girato tramite smartphone durante lo stupro potesse essere reso pubblico. Non solo, però: le avrebbero pure inviato minacce di morte sul cellulare, e la ragazza ha raccontato agli inquirenti di una seconda, inquietante irruzione a domicilio.
Nel luglio 2020 due uomini, tra cui almeno uno degli imputati, si sarebbero introdotti con la forza in casa spintonandola e bloccandola per un braccio, per poi iniettarle una sostanza non meglio precisata, forse un sedativo.