Statua di san Lidano a Sezze, alla fine il Tar dà torto al Comune

Statua di san Lidano a Sezze, alla fine il Tar dà torto al Comune
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Domenica 25 Giugno 2023, 16:01 - Ultimo aggiornamento: 16:07

E' una storia surreale che si trascina da cinque anni e che potrebbe non essere finita qui. Parliamo della realizzazione di un monumento dedicato al patrono cittadino, San Lidano D'Antena, nella Piazza del Duomo a Sezze, su un'area - il belvedere di Santa Maria - appartenente al demanio del Comune. I giudici del Tar si sono espressi e hanno dato torto al Comune su tutta la linea.

Facciamo un passo indietro. Il sindaco Di Raimo e la parrocchia si accordano per la realizzazione della statua che verrà donata alla città. E' il 2018. Con il passare dei mesi però nascono malumori: la statua "ostuirebbe" il belvedere. Va detto che all'epoca erano soprattutto le auto ad occupare l'area. Ma tant'è.

Nel 2029 il colpo di scena. In Consiglio comunale approda l'accettazione della donazione. Il comitato nato per boicottare il progetto trova proseliti e quando si va alla conta il presidente dell'assise Enzo Eramo dice: «Se è una scelta divisiva, non è la scelta giusta».

Il Pd si spacca. Quel giorno il Consiglio non decide, non vota né sì né no, ma rinvia. Di Raimo invero cerca una mediazione, ma nel frattempo gli uffici procedono e qualche mese dopo in assenza di un via libera si arriva allo stop del progetto: il sindaco firma l'ordinanza con cui si impone il blocco del cantiere. Poi quando l'ente intima anche il ripristino dei luoghi arriva un nuovo ricorso al Tar. La parrocchia ha anticipato una cifra cospicua sia per realizzare la statua, sia per preparare il basamento.

Le cose si complicano. Il Tar nel novembre 2020 dà ragione al Comune e non concede la sospensiva del provvedimento relativamente al primo ricorso, quello con il quale il responsabile del Settore Tecnico del Comune di Sezze ha ordinato «al ricorrente di procedere alla demolizione delle opere realizzate sulle aree del demanio civico di Piazza Duomo per i lavori di installazione del monumento» e degli atti richiamati, tra cui lo stop dei lavori nel 2019 «al fine di meglio ponderare l'iter di formazione del titolo abilitativo» all'effettuazione delle opere di fondazione e costruzione della colonna in cemento armato su cui posizionare la statua.

La sentenza regge anche al Coniglio di Stato. Diversamente, per il secondo ricorso in primo grado i ricorrenti ottengono la sospensiva, ma perdono al Consiglio di Stato.

E' così che l'ente non solo esegue in danno il ripristino dei luoghi e mette in conto alla parrocchia 7 mila euro e la costringe anche a pagare una sanzione di 20 mila euro perché ritiene le opere abusive.

Il 14 giugno scorso il caso è approdato in udienza per la decisione di merito. E stavolta i giudici hanno avuto pochi dubbi. Sulla scorta delle carte presentate dagli avvocati che assistono don Massimiliano, Luigi Perrino e Giangiacomo Saurini, vincono su tutta la linea. I tempi e le modalità con cui il Comune di Sezze ha imposto la demolizione delle opere e il ripristino dei luoghi secondo i giudici hanno violato i diritti dei ricorrenti e dunque i due ricorsi sono meritevoli di accoglimento. Non solo, secondo i giudici don massimiliano aveva tutti i tioli per installare la statua e l'ente non poteva bloccare tutto.

Ma non è detto che sia finita qui. Cosa farà la parrocchia? Pretenderà ora di installare la statua? E il Comune? Ricorrerà al Coniglio di Stato? Quel che è certo che servirà una nuova causa per il risarcimento dei danni, quasi 50 mila euro di lavori spesi inutilmente.

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