Sabaudia-Nizza a bordo del motorino "Sì", la "folle" impresa di 4 amici: «Se ci credi puoi fare tutto»

Il racconto dei ragazzi pontini protagonisti dell'avventura su due ruote

Sabaudia-Nizza a bordo del motorino "Sì", la "folle" impresa di 4 amici: «Se ci credi puoi fare tutto»
di Fabrizio Scarfò
3 Minuti di Lettura
Giovedì 24 Agosto 2023, 16:22 - Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 10:46

Da Sabaudia a Nizza con il mitico Piaggio "Sì". È l'incredibile avventura di quattro ragazzi pontini, partiti dalla città delle dune e che in cinque giorni hanno raggiunto la località francese a bordo del ciclomotore tanto in voga negli anni 80 e 90. Una sfida personale nata per gioco e diventata una prova per dimostrare ai giovani d'oggi che nella vita «se ci credi veramente puoi farlo: non esistono barriere che tengano».

Andrea Rinaldo, ingegnere ed ex campione di rugby, riceverà il Nobel dell'Acqua: «Fare lo scienziato era il mio piano B»

L'impresa di 4 amici

«Era una sera ed eravamo insieme a bere qualcosa, pensando a cosa fare per le vacanze estive. Poi, l'illuminazione: partiamo con i Sì», racconta Kevin Negossi, 26 anni, di Pontinia, da sempre appassionato di questo ciclomotore: «Potrei smontarlo e rimontarlo con una benda sugli occhi».

Insieme a lui Manuel Possamai, 25 anni, di Sabaudia, il cui primo motorino gli fu venduto proprio da Kevin; e poi Samuele Lisi, 19enne anche lui di Pontinia e vicino di casa di Kevin, oltre a Pierluca Delogu, 23 anni, di Priverno, legato a loro dalla passione dei motori. E così, quella che era nata come una provocazione è diventata realtà: alle 18 di giovedì 17 agosto i quattro sono partiti per un viaggio di oltre 1.000 km, scandito da diversi imprevisti che non hanno mai minato il loro morale. «La prima sera ci siamo fermati a Ladispoli, dove si è rotto lo sterzo di Pierluca. Tra tutti i pezzi di ricambio che avevamo, quello era l'unico che ci mancava»: e così, dopo aver passato la notte sotto un distributore di benzina, la mattina dopo i quattro ragazzi son riusciti a trovare una soluzione temporanea che permettesse loro di raggiungere un meccanico.

Il racconto

«Arrivati a Tarquinia, è stato Samuele a bucare, costretto a cambiare in piena notte la camera d'aria» ricorda Kevin: «Dopo aver dormito in un camping ad Orbetello abbiamo ricominciato a viaggiare, anche se abbiamo perso ulteriore tempo sulla tabella di marcia a causa di benzina sporca che ci ha costretto a smontare il carburatore e sostituire i filtri. È anche per questo che spiega il 26enne per la foga di arrivare il prima possibile, all'altezza di Viareggio siamo stati costretti a passare la notte in un parco pubblico, dato che ormai era troppo tardi per alloggiare da qualche parte».

Dopo una tappa alla torre di Pisa, dove grazie ad un carabiniere con la loro stessa passione sono anche riusciti ad immortalarsi con i quattro mezzi sotto il monumento simbolo, la quarta notte i ragazzi l'hanno trascorsa in un bed&breakfast in una zona alquanto ripida e che ha causato l'ennesimo guasto ad un motore; l'ultima serata, invece, l'hanno passata a Latte, frazione del comune di Ventimiglia, dove i giovani pontini si sono presi un po' di relax in occasione del compleanno di Kevin.

Infine, la mattina dopo, il tanto atteso arrivo oltralpe: «Quando abbiamo visto i cartelli della Francia ci è venuta la pelle d'oca. Una volta partiti, il 98% delle persone ci diceva che non saremmo arrivati neanche a Latina». Eppure, in sella ai loro Sì, dopo aver visitato anche Montecarlo dove è andata in scena l'ennesima riparazione, con mani sporche di grasso che facevano da contraltare a Ferrari, Bentley e McLaren, intorno alle 10 di mattina i quattro sono giunti a Nizza. Missione compiuta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA