Pallotta, che lascia due figli e tre nipoti, è stato ricordato da molti artisti pontini. A cominciare da Luca Velletri, il vocalist impegnato in questi giorni al festival di Sanremo, che gli ha dedicato un lungo post su Facebook: «Mentre paghi il cornetto al bar, ti trovi davanti Eric Clapton! E ti stropicci gli occhi dicendo a te stesso: ma come cacchio è possibile che in un mondo un po’ così ed in un posto un po’ così, alla cassa del bar più brutto del reame non trovi la “nonna del corsaro nero” o “Don Bairo l’uvamaro”, ma uno che sembra paro paro come vorresti diventare tu. Un sorriso da attore americano e una voce scura di doppio malto, rugosa come il blues del Delta, proprio il blues, la sua vita vera fuori di lì».
Il chitarrista Alessandro Benvenuti lo ricorda così: «Se ne è andato il papà di tutti i chitarristi rock di Latina, il grande Renato Pallotta. Ciao Slow Hand. Un giorno lassù faremo qualche nota assieme».
Pallotta suonava nella band “Blues Power”, da qualche anno viveva tra Latina e Tenerife, dopo aver venduto il bar, realizzando così il sogno di trasferirsi nell’isola delle Canarie insieme al suo amore. Anche per questo motivo sarà cremato lì.
Gli amici organizzeranno un concerto a Latina, per salutarlo nel modo migliore: suonando la musica che lui ha amato per tutta la vita.
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