Marco Gianni ucciso a Sabaudia dall'ex della compagna, Riccardo Di Girolamo lo ha prima ferito e poi finito usando due fucili

Separato da tre anni, vivendo con i figli non ha mai accettato la fine della storia

Marco Gianni ucciso a Sabaudia dall'ex della compagna, Riccardo Di Girolamo lo ha prima ferito e poi finito usando due fucili
di Vittorio Buongiorno e Ranjitha Mancini
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Sabato 15 Aprile 2023, 06:29 - Ultimo aggiornamento: 06:31

Giovedì pomeriggio è piombato al vivaio al volante della sua Fiat 500 L. Ha tirato giù il finestrino e ha sparato due colpi con un fucile a canne mozze, prendendo la mira e puntando contro un obiettivo preciso. Lo ha colpito alle spalle, al gluteo e alla nuca. E in un attimo Marco Gianni è crollato a terra, sbattendo la faccia per terra, ma ancora vivo.

Marco Gianni giocava a Gaeta e allenava a Pontinia: pallamano sotto choc

A quel punto l'omicida è sceso dall'auto imbracciando un altro fucile, un semiautomatico calibro 12: si è avvicinato e lo ha finito con altri tre, o forse quattro colpi sparati a distanza ravvicinata, sul torace, la clavicola e la laringe.

Per farlo ha persino ricaricato l'arma con freddezza e una volta compiuto il terribile piano è risalito in auto ed è fuggito.


L'ESECUZIONE
È una vera sequenza dell'orrore quella ricostruita ieri pomeriggio durante l'autopsia. Dall'esame emerge chiaro come Riccardo Di Girolamo, 33 anni, operaio di Pontinia, ha ucciso Marco Gianni, il florovivaista 31enne che da oltre un anno conviveva con la sua ex. Secondo gli inquirenti l'omicida non riusciva a farsene una ragione, malgrado la donna l'avesse lasciato oramai 3 anni fa. E per questo, dagli indizi raccolti, intorno alle 17 di giovedì è andato a Borgo San Donato confidando di trovare Marco da solo. Voleva ucciderlo, lo aveva programmato. E infatti ha persino usato cartucce con pallini spezzati, quelli che garantiscono il massimo effetto lesivo possibile. Dopo la fuga, secondo quanto raccontano gli amici, potrebbe essere andato a dare un saluto disperato ai figli. Ha vagato per un po' e quando è rientrato a casa ha trovato i carabinieri che lo aspettavano. È sceso senza compiere altri gesti a rischio e ai militari del Nucleo investigativo di Latina, guidato dal maggiore Antonio De Lise, è apparso molto agitato. Ma le due armi le ha lasciate in auto.

 


LE INDAGINI
Gli investigatori hanno considerato Riccardo Di Girolamo fin dal primo momento il principale sospettato del delitto, dopo aver saputo del legame passato con Giada, che era l'attuale compagna di Marco Gianni. Nonostante non risultino denunce, parenti e amici hanno raccontato subito che quell'uomo era un violento e aveva minacciato la coppia più di una volta. Poi è emerso che l'auto era stata inquadrata da una telecamera di videosorveglianza piazzata a poca distanza dal luogo dell'omicidio e a quel punto i militari sono andati a cercarlo. Ma a casa lui non c'era. È arrivato solo più tardi. Di fronte ai carabinieri non ha più parlato. Né nell'immediatezza. Né nella notte davanti al pm Daria Monsurrò e al maggiore De Lise. E nemmeno ieri mattina quando gli è stato notificato il decreto di fermo con l'accusa di omicidio aggravato e alterazione di arma comune da sparo. Ha passato la notte in camera di sicurezza, poi ieri ha lasciato la caserma, verso il carcere di Latina.


LO CHOC
Nel frattempo, tra Sabaudia e Pontinia una comunità sconvolta. Al bar nella piazza della più rurale tra le città di Fondazione fino all'altro ieri potevi incontrare tranquillamente tutti i protagonisti di questa storia. L'omicida, la vittima, i loro amici e i loro parenti. Seduti a commentare l'ultima battuta di caccia o una partita di calcio. Ieri, in pochi si facevano sfuggire qualche mezza frase sul delitto. Neanche il fratello della compagna di Marco Gianni dice granché: «Una tragedia - bisbiglia - Era una tesata calda, quello, lo è sempre stato». Riccardo Di Girolamo fino a ieri ha fatto l'operaio. Viveva con i genitori e i due figli, non lontano dal centro di Pontinia. Era un appassionato di caccia e i militari del maggiore De Lise gli hanno sequestrato vari fucili. Tra l'altro per quello a canne mozze è indagato anche per alterazione di arma comune da sparo. Marco Gianni, invece, amava soprattutto la pallamano oltre a saper coltivare i fiori. E nel palazzetto di Pontinia, dove fino a domenica scorsa ha allenato nello staff dei coach le ragazze del Pontinia che primeggiano in serie A2, oggi alle 15.30 si terrà il funerale laico. Ci sarà anche la Polisportiva Gaeta, la squadra maschile che milita in B dove Gianni continuava a giocare. Il suo ultimo gol, bellissimo, ha deciso il derby del Golfo. Quel pomeriggio per festeggiare ha ballato al centro del campo intorno ai bambini venuti alla partita insieme ai suoi compagni. Una bella immagine. L'ultima di una storia finita in tragedia.
 

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